Papozze. Casa di riposo, ospite di 89 anni sfrattata

Sabato 10 Agosto 2019 di Moreno Tenani
Papozze. Casa di riposo, ospite di 89 anni sfrattata
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PAPOZZE (ROVIGO) - Due anni di rette non pagate alla casa di riposo e lunedì rischia di essere dimessa e rinviata a domicilio. Questa la minaccia che si è vista di fronte la familiare di una anziana 89enne affetta da demenza senile da parte dell'Opera Pia F. Bottoni, struttura dove è ricoverata dal 2015. Immediata la segnalazione per abbandono di incapace e interruzione di pubblico servizio presentata ai Carabinieri di Adria. La vicenda è portata alla cronaca dall'avvocato Carlo Barotti di Rovigo, che assiste la famiglia nella causa civile intentata di fronte al giudice del Tribunale di Rovigo.
 
LA DIATRIBA«Più sentenze del Tribunale sanciscono che le rette in questi casi sono a carico del Servizi sanitario nazionale, non degli ospiti o dei propri familiari. Da tempo è stata avviata una causa che verrà discussa a gennaio. La prima mossa del nuovo direttore è stata quella di far comunicare alla figlia che lunedì la signora verrà dimessa per morosità. Deciderà il giudice chi dovrà pagare o meno sbotta il legale. In casi simili il Tribunale ha dichiarato che sono nulli gli impegni fatti sottoscrivere ai familiari. Assurdo che con una causa in corso si voglia ricorrere a questa misura. Per questo è stata sporta denuncia nei confronti del presidente e del direttore della Bottoni, nonché del sindaco di Papozze informato dell'operazione per abbandono di incapace e per sospensione di pubblico servizio. Perché spiega Barotti la Bottoni sta fornendo un servizio in convenzione e per conto del Servizi sanitario. Chiederemo inoltre all'Ulss e alla Regione Veneto la revoca dell'accreditamento della struttura da parte di un ente accreditato che svolge un servizio pubblico».
PROCEDURA SEGUITA«La procedura avviata è prevista dal nostro regolamento risponde il presidente Diego Guolo alle domande. Mai la Bottoni è ricorsa ad un simile provvedimento in cento anni di storia. La nostra mission è quella di assistere ed in questi due anni la qualità del servizio verso l'ospite non è mai venuta meno. Da anni la familiare non versa la retta, nemmeno l'assegno di accompagnamento, al punto che il credito ammonta a circa 40.000 euro. Si tratta di tutelare l'ente e riportare la situazione finanziaria alla normalità. Ho la massima fiducia nei miei collaboratori. Con l'ospite abbiamo sottoscritto un contratto con il quale a fronte dell'erogazione di un servizio va corrisposta una retta. Ci sono anche responsabilità di natura contabile in questo senso. Se il contenzioso è tra l'ospite, il Ssn e la Regione, che paghi e si rivalga su questi. Quello di pagare è anche un preciso impegno morale della familiare ed io e il direttore siamo rimasti soli a tutelare l'ente da queste situazioni. Dove sono è lo sfogo del presidente minoranza, sindacati, istituzioni? Tutti scomparsi di fronte alle difficoltà. La nostra filosofia è quella di assistere, per il benessere degli ospiti. Dobbiamo però tutelare la struttura e i conti economici, conoscendo bene fin dove leggi e coscienza ci suggeriscono di spingerci».
Moreno Tenani 
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