Adria, il Museo della cattedrale diventerà diocesano e aprirà a settembre. Ma scoppia la polemica: «Svilisce la città»

Venerdì 8 Marzo 2024 di Guido Fraccon
L'interno del museo della cattedrale, che diventerà diocesano

ADRIA - Il museo della cattedrale, ora museo diocesano, è pronto a riaprire i battenti. La notizia è stata ufficializzata a Milano, alla Bit, il salone del turismo, nello stand della Provincia di Rovigo. Il diacono permanente, Marco Maran, direttore del museo diocesano e cancelliere della Curia, ha annunciato che entro settembre verrà completato il terzo stralcio della struttura. La polemica però è dietro l'angolo.

L’ITER DEI LAVORI

Il primo stralcio, voluto dall'ex arciprete Mario Furini, era stato inaugurato il 3 ottobre 2015. Il progetto è stato curato all'arch. Nicola Azzi, la direzione dei lavori era stata affidata ad Aldo Rondina. L'opera era finanziata dalla Fondazione Cariparo e da risparmi accantonati da don Mario. Il 29 giugno 2018, don Antonio Donà, successore di Furini, Rondina ed Azzi avevano annunciato l'inizio della seconda tappa. Donà aveva dichiarato che si stava sviluppando l'idea di Furini e che il museo sarebbe stato dedicato proprio a don Mario. L'operazione, che avrebbe dato un ulteriore impulso al turismo religioso: erano già stati superati i 10mila visitatori.

Rondina aveva creato inoltre un gruppo di guide volontarie e stretto accordi con il Cipriani. Il museo però nel 2020 e 2021, causa Covid, rimase chiuso. E si fermarono anche i lavori.

LA POLEMICA

«Nei primi mesi del 2023, il vescovo mons. Pierantonio Pavanello, senza interpellare la Vicaria della cattedrale, il comitato direttivo, il consiglio pastorale e Rondina, responsabile della gestione e della conservazione dei beni - sottolinea Giorgio Martinolli, ex amministratore del Comune di Adria ai tempi della Dc e assai ferrato sulla vicenda - decise di trasformare il museo in diocesano e ne affidò la direzione a Maran». La notizia sarebbe stata data al consiglio pastorale e a Rondina non direttamente dal vescovo, ma indirettamente dall'ex sindaco Omar Barbierato. «Barbierato - prosegue Martinolli - in un incontro con Maran e con Giovanni Giardini, presidente nazionale dell'Associazione Musei ecclesiali italiani, approvò l'operazione e mise in atto gli strumenti per annunciarla. Mi chiedo, da ex amministratore e da adriese frequentante la cattedrale, perché si è fatto intervenire il sindaco in una decisione che riguardava solo la chiesa. Non sarebbe stato più opportuno interpellare chi ha seguito il progetto sin dalla nascita e studiare una sinergia con i responsabili locali? Perché Barbierato non ha interpellato le autorità ecclesiali, il consiglio e le rappresentanze laiche locali? Perché non si è preteso che il museo fosse intitolato a don Mario, come promesso? 
«Questa nuova realtà - conclude Martinolli - imposta agli adriesi, probabilmente porterà dei vantaggi, ma sotto il profilo culturale priverà la città di una sua identità. Invito i partiti politici locali a svegliarsi dal torpore».
 

Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 09:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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