Monumento preso a pallonate, nessuna matrice politica

Venerdì 10 Maggio 2019 di Ilaria Bellucco
Il monumento ai Caduti di Lendinara
LENDINARA - Non uno sfregio alla memoria della Resistenza, ma una rimozione per tentare di “nascondere” un danno accidentale fatto con una pallonata. Sarebbero questi i termini in cui si sta profilando la vicenda della targa tolta dal basamento del monumento al partigiano in piazza San Marco, sparita nel nulla proprio pochi giorni prima del 25 aprile.
 
La prossimità con le celebrazioni per l’anniversario della Liberazione aveva indotto molti a pensare che ci fosse un atto di qualche nostalgico del fascismo dietro alla sparizione della targa posta sotto la statua, riproduzione dell’opera “Il fucilato” di Pericle Fazzini, su cui l’Anppia locale aveva riportato una frase di Piero Calamandrei. “Era giunta l’ora di resistere, era giunta l’ora di morire da uomini per vivere da uomini”, era la citazione del celebre discorso di Calamandrei sulla lotta al nazifascismo.
La piastra era stata tolta nella notte tra il 19 e il 20 aprile e ad accorgersene è stato Giuseppe Trambaiolo, presidente della sezione Anppia (Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti) di Lendinara, che si era recato al monumento per issare la bandiera tricolore in vista delle celebrazioni. Trambaiolo a nome dell’associazione ha sporto denuncia contro ignoti, ipotizzando che la vicinanza al 25 aprile potesse non essere casuale, e il sindaco Luigi Viaro aveva condannato il gesto adoperandosi poi per rimpiazzare l’iscrizione mancante posando una nuova targa in tempo per le cerimonie celebrative.
Ora risulta che le indagini condotte dai Carabinieri della stazione di Lendinara abbiano individuato il responsabile, anche grazie alle immagini riprese dalla telecamera di videosorveglianza del Comune collocata tra piazza San Marco e piazzale Kennedy. Pare che l’episodio non abbia nulla a che fare con simpatie neofasciste o, più in generale, questioni ideologiche. A far sparire la targa sarebbe stato un ragazzo lendinarese che tirando quattro calci a un pallone a tarda ora insieme a degli amici ha colpito e danneggiato la targa. Un atto accidentale e involontario, dunque, di cui il giovane ha però pensato di far sparire i segni rimuovendo interamente l’iscrizione fissata al basamento, per non assumersi la responsabilità. Quanto emerso dalle indagini ridimensiona la questione e rasserena gli animi. Per ora municipio e Anppia non commentano, rinviando qualsiasi dichiarazione a una probabile comunicazione congiunta che potrebbero fare in accordo con i referenti dell’Arma.
Pare comunque che, archiviato il timore che si potesse trattare dell’azione di neofascisti, ci sia l’idea da parte del Comune di proporre una punizione “educativa” al ragazzo responsabile del danno, che per compensare potrebbe prestare la sua opera per qualche piccolo lavoro di pubblica utilità legato al decoro urbano.
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