Frati contagiati, è caccia ai fedeli che sono stati confessati

Giovedì 12 Marzo 2020 di Ilaria Bellucco
Il cartello affisso dai Frati Cappuccini dopo la scoperta dei "frati positivi"
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Sale a quattro il numero di frati cappuccini contagiati dal nuovo coronavirus nel convento di Lendinara, e nel frattempo l’azienda sanitaria sta cercando e contattando i fedeli che tra sabato e domenica si erano recati in chiesa. Dopo la verifica dell’avvenuto contagio per due religiosi di 40 e 75 anni, il primo ricoverato all’ospedale di Rovigo fortunatamente in condizioni stabili, nella giornata di ieri l’Ulss 5 ha infatti comunicato l’esito dei tamponi anche per altri due confratelli del convento lendinarese, uno di 83 anni e uno di 43 anni. I cappuccini sono entrati in contatto col Covid-19 nella Casa di Spiritualità dei Santuari Antoniani di Camposampiero (Padova), che dal 2 al 7 marzo ha ospitato il Capitolo ordinario della Provincia Veneta dei frati minori. Fino a sabato scorso, dunque, i religiosi che custodiscono la chiesa di Sant’Agata (meglio nota ai lendinaresi come San Francesco proprio per via dell’annesso convento) hanno partecipato all’assemblea insieme a tanti confratelli di altri conventi. Una volta fatto ritorno a Lendinara il sabato pomeriggio è trascorso normalmente per i religiosi, ricevendo i fedeli per il sacramento della confessione pur con tutte le cautele imposte dalla situazione. Domenica hanno iniziato ad affacciarsi i primi sintomi di malessere che lunedì sono diventati più pesanti e hanno indotto la comunità religiosa a interpellare l’Ulss 5.

Coronavirus, i frati del convento: chi è venuto a confessarsi ci contatti al più presto

I TAMPONI
È di martedì mattina il responso dei primi tamponi effettuati, ma già da lunedì i frati si sono messi in isolamento all’interno del convento dopo il consulto con l’Ulss 5 Polesana, allertata dall’Ulss 6 Euganea sulla possibilità di contagio poiché è stato verificato un altro caso positivo in un partecipante al capitolo. Il frate quarantenne è ricoverato nel reparto Malattie infettive dell’ospedale di Rovigo e le sue condizioni sono confortanti, mentre i tre confratelli che presentano solo sintomi molto lievi sono in isolamento all’interno del convento, separati dai religiosi che non hanno contratto la forma virale. Subito la lente dell’Ulss si è allargata e si sta ancora allargando a tutti coloro che per vari motivi ruotano attorno alla chiesa e al convento dei cappuccini, che oltre ad essere un punto di riferimento per i devoti è anche luogo di grande supporto e solidarietà per chiunque abbia bisogno d’aiuto. Presso il convento, infatti, è attivo ogni giorno il refettorio con cui viene offerto un pasto caldo a una dozzina di persone e un centro di ascolto gestito con l’aiuto dei volontari del gruppo “Amici di San Francesco” per la distribuzione di alimenti e abiti usati a molte persone bisognose.

VENTI COINVOLTI
Attualmente risulterebbero essere in tutto una ventina le persone che stanno vivendo in isolamento a domicilio in via precauzionale tra frati, operatori e volontari che ruotano attorno al convento a fini benefici. Altre potrebbero iniziare una quarantena domiciliare a breve: si sta infatti risalendo a coloro che si sono recati presso la chiesa custodita dai cappuccini nel fine settimana, in particolare il 7 marzo. «Chi si fosse confessato sabato 7 marzo dalle 16 alle 18,30 è pregato di contattare il Servizio Igiene e Sanità pubblica al numero 0425394738», recita il cartello appeso nella bacheca fuori dalla chiesa. Un appello per non rischiare di lasciar fuori nessuno che sia entrato in contatto coi frati contagiati, anche se questi ultimi ricordano bene e conoscono chi si è rivolto a loro per confessare le proprie colpe in quel pomeriggio e quindi hanno già dato precise indicazioni all’Ulss. Appena si è diffusa la notizia a Lendinara, comunque, la cosa ha ovviamente destato preoccupazione nella comunità sia per i religiosi, molto stimati anche per le loro costanti opere di bene, sia per l’arrivo in città del Covid-19, peraltro prevedibile. Il sindaco Luigi Viaro rivolge un appello a chiunque si sia recato presso la chiesa e il convento dei cappuccini nel fine settimana: «Si rivolgano all’Ulss 5 o se proprio non vogliono, nel dubbio, rimangano chiusi in casa per un paio di settimane – dice Viaro – L’azienda sanitaria sta facendo un lavoro scrupoloso nel risalire ai contatti, è indispensabile collaborare per fermare la catena di contagio».
 

Ultimo aggiornamento: 15:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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