Gas per autotrazione alle stelle, divisi i distributori: c'è chi chiude e chi fa affari

Lunedì 11 Luglio 2022 di Nicola Astolfi
Una area carburanti di metano

ROVIGO - Nel settore del metano per autotrazione la situazione «è paradossale», con operatori costretti a chiudere per non applicare prezzi esorbitanti e lavorare in forte perdita, e chi invece risponde al telefono «abbiamo la fila». A fare la differenza è il tipo di contratto con i fornitori: se il prezzo è indicizzato/variabile e la stazione di servizio è monocarburante, gli attuali prezzi di acquisto del metano portano alla decisione di sospendere la vendita, nella speranza che si torni rapidamente alla normalità. 


ATTIVITÀ STORICA
Come è successo a Sarzano, dove il distributore della famiglia Salvan è storico non solo in Polesine, ma anche in Italia avendo superato i 70 anni di attività. Dal 1966 è della famiglia Salvan e «in tutti questi anni una situazione come questa non s’era mai vista. Il prezzo d’acquisto è altissimo: venerdì 8 luglio era a 1,96 euro il metro cubo, che vuol dire 2,8 euro il chilogrammo: se aggiungiamo le accise, l’Iva e i costi di trasporto, gli oneri generali e le spese di gestione e per il personale, a quanto dovrei vendere il metano?», spiega il titolare Marco Salvan. «Purtroppo alcuni clienti non capiscono la situazione, che non dipende da noi e ci mette in ginocchio e davanti a un bivio». 


ATTIVITÀ INTERROTTA
L’interruzione del servizio è a data da destinarsi, nella speranza che in sede comunitaria si torni a confrontarsi presto per raggiungere un accordo sul “price cap”: vale a dire per stabilire un tetto al prezzo del gas, ed evitare gli effetti delle quotazioni “impazzite”. Tuttavia, «siamo pessimisti», aggiunge Salvan, considerato che il recente tentativo del governo italiano di arrivare a un accordo è fallito, e la discussione è stata rimandata al prossimo autunno. Nel frattempo, però, stazioni di rifornimento come quella della famiglia Salvan nella frazione alle porte di Rovigo è stata costretta a chiudere perché per loro il prezzo di acquisto del metano dipende dalle variazioni del mercato, che è alle stelle, e perché «essendo una stazione di servizio monocarburante, non possiamo dire “Ok, mitighiamo le perdite con gli altri carburanti”». 


PREZZO BLOCCATI
Alla Stazione metano Donada a Porto Viro invece, che pure è monocarburante, anche sabato pomeriggio c’era la fila per rifornire le bombole delle auto. Perché? Il titolare Gianfranco Panetto aveva scelto la strategia del prezzo fisso nelle forniture, al posto di quella a prezzo variabile che era stata preferita nella stazione a Sarzano. L’attuale prezzo del metano a 1,999 euro il kilo, il più basso nelle 24 stazioni di servizio ubicate in provincia di Rovigo, dipende dalle forniture ancorate a prezzi precedenti rispetto a quelli che si sono formati nella crescita esponenziale iniziata nell’agosto 2021, e determinata da questioni geopolitiche. Tuttavia, anche la fornitura a prezzo fisso, non può superare una certa soglia di volumi.

Superati i quali, scattano maggiorazioni di prezzo. «S’è riversata clientela da altre zone - spiega Panetto - e tra pochi giorni, per continuare su questi volumi, dovremo prendere una decisione: o alziamo i prezzi, o chiudiamo prima di raggiungere certi quantitativi mensili e purtroppo, così, non diamo servizio alla clientela». Se all’inizio del luglio 2021 il prezzo medio nazionale del metano per auto era ancora a 0,977 euro il chilogrammo, e quindi un pieno per una Panda con una bombola da 12 chili costava ancora 11,72 euro, già a inizio gennaio il costo del pieno per la stessa auto era quasi raddoppiato a 21,79 euro, con il prezzo medio nazionale a 1,816 euro il chilo. Che poi lo scorso giugno è salito a 1,904 euro e in questi giorni a 1,96 dopo che, in marzo e aprile, aveva superato la soglia dei 2 euro: 2,234 euro in marzo e 2,258 euro in aprile, con il pieno per la Panda che era schizzato a 27 euro rispetto agli 11,72 euro quando il metano era in vendita nelle stazioni di servizio a meno di 1 euro il kilo. È una congiuntura che in Polesine incide pesantemente, essendo la provincia del Veneto con più stazioni di servizio dove è possibile fare rifornimento di metano in rapporto ai residenti (una stazione di servizio ogni 9.545 abitanti, rispetto ad esempio a una stazione ogni 23.272 residenti in provincia di Padova e a 1 ogni 41.970 abitanti nel Veneziano), e con il 2,2% del parco autoveicoli circolanti alimentati a metano (a Padova è lo 0,8% e a Venezia lo 0,5%).

Ultimo aggiornamento: 07:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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