Un call center la prostituzione, "giro" gestito con un cellulare. Come funzionava il sistema

Giovedì 20 Gennaio 2022 di Francesco Campi
Un call center la prostituzione, "giro" gestito con un cellulare. Come funzionava il sistema

OCCHIOBELLO - Ha toccato anche il Polesine e, in particolare, Occhiobello, l'indagine internazionale coordinata dalla Procura di Lione, su un'organizzazione criminale che si sarebbe occupata del reclutamento, gestione e sfruttamento della prostituzione di giovani donne in diverse città francesi, Lille, Lione, Montpellier, Orleans, Reims e Le Mans. Una cellula di questa organizzazione, secondo quanto emerso, sarebbe stata attiva in Italia e avrebbe coordinato telefonicamente la tratta delle ragazze, destinate alla prostituzione, e costrette a contattare in roaming l'agenzia di riferimento, in Italia, tramite un sistema organizzato di messaggi.

Da remoto, infatti, questa agenzia finanziava le spese di viaggio e soggiorno delle giovani, che erano però obbligate a comunicare spostamenti e prestazioni e a trasferire metà del loro guadagno all'agenzia, a un beneficiario cinese che, con un trasferimento di fondi Western Union, riceveva l'accredito. In sostanza, le ragazze dovevano mantenere un contatto costante con le operatrici, una sorta di maitresse virtuali, cui dovevano fornire le informazioni su clienti, luogo della prestazione sessuale e pagamenti, comunicando a fine giornata l'incasso giornaliero e le prestazioni effettuate. 


SISTEMA SOFISTICATO

Per eludere i controlli, l'organizzazione aveva previsto che le ragazze non rimanessero più di due settimane in una città. Tutto era pianificato nei dettagli e la sua smaterializzazione ha reso non banale il lavoro degli inquirenti. L'indagine, cui le autorità francesi hanno dato il nome di Call Center 3, ha preso avvio nel 2015, riuscendo grazie a lunghe e accurate attività ad accertare l'esistenza di una rete e di una banda ben organizzata che, da anni, gestiva a livello logistico e sfruttava le giovani vittime. E la sede italiana è stata individuata a Modena, dove ieri la locale Squadra mobile ha dato esecuzione a diverse perquisizioni delegate dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna, in esecuzione all'Ordine di Indagine europeo emesso dalla Procura di Lione, riguardante diversi cittadini dell'est Europa facenti parte dell'organizzazione. Gli indagati, sono sette, quattro uomini e tre donne di nazionalità russa, ucraina e moldava. Altre perquisizioni sono state eseguite tuttavia anche a Rimini, Ferrara, Brescia, Bergamo e, appunto, a Occhiobello, dove, con la collaborazione della Mobile rodigina sono scattati gli accertamenti domiciliari nei confronti di una trentenne di origini straniere; ancora da chiarire il suo eventuale grado di coinvolgimento nell'organizzazione. La polizia francese, in circa due anni di indagini, ha individuato 170 vittime della tratta, ragazze e donne, di età tra 18 e 40 anni, tutte provenienti dai paesi dell'est Europa.
I sette indagati sono stati denunciati all'autorità giudiziaria francese per tratta di essere umani in banda organizzata, sfruttamento della prostituzione aggravato in banda organizzata, favoreggiamento del soggiorno illegale in banda organizzata, riciclaggio in banda organizzata, associazione a delinquere in legame con reati o crimini puniti di dieci anni di imprigionamento. Nessuna delle vittime sarebbe stata avviata alla prostituzione in Italia, proprio perché l'organizzazione riteneva più sicuro tenere qui sono una sede operativa.

 

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