Il giallo del bimbo morto a Rosolina. Sconcerto tra i residenti dopo l'arresto della mamma. «Sembra impossibile, non ci crediamo»

Giovedì 14 Settembre 2023 di Paolo Ponzetti
Il villino con l'appartamento al primo piano dove si è verificata la tragedia e l'auto della famiglia marocchina

ROSOLINA - «Ci sembra impossibile che la signora abbia commesso un fatto del genere. È sempre stata molto attenta e premurosa con entrambi i figli. Non ci crediamo». Non hanno dubbi i vicini di casa di Fouzia el Ghuofairi la 37enne marocchina arrestata perchè sospettata di avere causato la morte del figlioletto di poco più di tre mesi.
Padre e figlio, rosolinesi doc, proprietari dell’appartamento dove vive in affitto la famigliola marocchina sono attoniti. Praticamente abitano fianco a fianco al primo piano del villino in via Bassafonda 84, la lunghissima e tortuosa strada che praticamente abbraccia Rosolina sul lato ovest della cittadina sino al centro. Il padre rimane sul terrazzo, il figlio spunta qualche minuto dopo e con disponibilità raccontano.
«Si tratta di una famiglia perbene, hanno preso in affitto l’appartamento da un anno e mezzo ed hanno sempre pagato regolarmente.

Il marito lavora in campagna e parla meglio, l’italiano, la signora si fa comprendere e rimane a casa ad accudire i figli in attesa di mandare il primogenito all’asilo, un bambino vivace che gioca sempre e mi chiama “nonno”», racconta il padre.


L’ALLARME
Che cosa è accaduto il 15 agosto? «Era pomeriggio, io ero a letto e mio padre in soggiorno. La signora ha suonato il campanello, aveva il piccolino in braccio che piangeva ed ha chiesto aiuto dicendo che il bambino stava male perchè era caduto dal letto. Allora ho telefonato subito al 112 che ha inviato l’autoambulanza. Poi, vista la situazione, è arrivato anche l’elisoccorso che è atterrato nel prato a fianco della casa».
Come le sembrava il bambino? «Posso solo dire con non c’era sangue. Il resto l’ho comunicato alla Polizia quando sono stato convocato in Questura».
Da quel 15 agosto come si è comportata la famiglia marocchina? «La signora era affranta e preoccupata, ancor di più quando è morto il bambino che, tra l’altro, noi abbiamo visto forse un paio di volte da quando è nato. Il papà è sempre andato al lavoro». 
Ci sono parenti o amici in zona? «Il padre della signora vive a Roma e viene ogni 5-6 mesi, poi vengono a trovarli amici o parenti che abitano in zona. Ma sempre tutto molto normale».

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L’ARRESTO
E il giorno dell’arresto il 6 settembre? «Noi non ce ne siamo nemmeno accorti. Forse non eravamo nemmeno a casa. Ora sono tre giorni che il papà e il piccolo di due anni non sono più a casa. Qui fuori è rimasta la loro auto parcheggiata e vicino all’entrata della casa c’è la piccola moto a batteria del bambino. Tutto è chiuso. Probabilmente sono andati via con dei parenti, ma non sappiamo nè con chi, nè dove. Non sappiamo nulla».
Ora il piccolo Rayan, nato il 15 maggio, rimasto ricoverato in ospedale sino al 27 luglio perchè affetto da una grave patologia congenita, la sindrome di Sotos, chiamata anche gigantismo infantile o gigantismo cerebrale, che provoca ipercrescita fisica e macrocefalia, oltre a ritardi del linguaggio e dello sviluppo psicomotorioalcuni problemi e morto in ospedale a Padova il 25 agosto dopo il ricovero con l’elisoccorso, riposa nel cimitero di Ca’ Emo, la frazione adriese, dove è stata creata una zona per ospitare le salme delle persone musulmane. Sul prato ci sono il piccolo e un’altra persona.
La mamma invece è rinchiusa nel carcere di Verona, perchè, secondo l’ipotesi accusatoria formulata della Procura di Rovigo, avrebbe provocato le lesioni poi risultate letali al piccolo, scuotendolo. Un comportamento che provoca quella che è definita, appunto, “sindrome del bambino scosso”. Fondamentale sarà l’esito dell’autopsia effettuata il 31 agosto.

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