La Farfalla azzurra Maurelli ai Mondiali di ginnastica ritmica: «Basta scandalo abusi, ora parlino i risultati»

Giovedì 24 Agosto 2023 di Valentino Aggio
Alessia Maurelli, capitana della nazionale italiana di ginnastica ritmica, è di Occhiobello (Rovigo)

VALENCIA (Spagna)- Nell'ottavo Mondiale di ginnastica ritmica della sua incredibile carriera Alessia Maurelli è in cerca della terza qualificazione ai Giochi olimpici di Parigi, che si svolgeranno tra meno di un anno.

La rassegna è in corso a Valencia (Spagna), la polesana sarà in gara domani, venerdì 25 agosto, e domenica. La capitana delle Farfalle azzurre parla di una stagione piuttosto difficile dopo un 2022 stellare, oltre ai suoi progetti dopo il ritiro.

Con che atteggiamento le Farfalle affronteranno questo Mondiale?

«Vogliamo cercare di ottenere il miglior risultato possibile in questa competizione, tenendo comunque in mente che l’obiettivo primario è il pass olimpico. Dal punto di vista tecnico, i nostri esercizi non sono estremamente complicati, se non in qualche passaggio. Noi entriamo in pedana per fare degli esercizi di livello che ci riescono abbastanza facilmente. Questa consapevolezza ci permette di affrontare la gara in maniera più tranquilla, senza il bisogno di rischiare per fare il risultato. Se facciamo una buona gara abbiamo tutte le carte in regola per vincere, ma nella ritmica tutto è possibile. Le avversarie più temibili sono senza dubbio Israele, Bulgaria e Cina».
È ancora una ferita ancora aperta il 4° posto agli scorsi Mondiali?

«Agli scorsi Mondiali siamo partite con la prova mista nella quale abbiamo commesso parecchi errori, chiudendo la prima frazione di gara all’ottavo posto. Nella prova dei cerchi abbiamo completato un esercizio davvero buono, facendo segnare il miglior punteggio e risalendo la classifica all-around. Tutta la stagione passata è stata pazzesca: abbiamo vinto quasi ogni gara con dei punteggi incredibili. Purtroppo in estate ci sono stati parecchi problemi dal punto di vista fisico. Siamo arrivate ai Mondiali trascinandoci: una volta arrivate in pedana eravamo disunite ed un po’ perse. In gara si è visto il frutto degli allenamenti non ottimali del periodo estivo. Certo, non salire sul podio è stato un colpo basso dopo un anno nel quale abbiamo vinto molto. Bulgaria e Israele sono delle nazioni di altissimo livello, ma la vera sorpresa in quell’occasione è stata la Spagna (bronzo all-around). È una squadra di buon livello, ma ai Mondiali dello scorso anno ha davvero stupito tutti. Questa sconfitta nell’appuntamento più importante della stagione ci ha insegnato molto. Anche questo fa parte dello sport. È bello avere una seconda possibilità: questo mondiale è l’appuntamento col destino e noi siamo pronte».

Questa stagione è stata in salita tra gli scandali degli abusi e Europei al di sotto delle aspettative.

«La nostra stagione è iniziata con tre mesi di ritardo rispetto al solito a causa dello scandalo abusi. Quindi, se di solito si comincia ad ottobre, noi abbiamo iniziato a gennaio. Le ultime due tappe di World Cup ci hanno permesso di recuperare la fiducia: in Romania abbiamo fatto bene nella nostra prima gara estiva, ma a Milano è stato perfetto. Abbiamo vinto affrontando tutte le squadre favorite per il Mondiale, quindi ha segnato una delle tappe più importanti dell’anno. Non potevamo arrivare meglio a questo appuntamento dal punto di vista emotivo».

Si aspettava così tanto pubblico a Milano dopo le polemiche dell’inverno?

«Sinceramente, sì. È chiaro, le polemiche di questo inverno mi hanno fatto parecchio arrabbiare: la ginnastica ritmica è uno sport minore e quelle poche volte che viene citato è per motivi extra-sportivi. Noi cerchiamo di far parlare i risultati, nel nostro piccolo. Ogni volta che viene organizzata la Coppa del Mondo in Italia il pubblico ha sempre risposto presente. Sicuramente lo scandalo non ha avvicinato gente nuova al nostro sport, ma di certo chi già conosceva la ritmica non ha mai dubitato di questo sport».

Nella ritmica il ricambio generazionale è all’ordine del giorno: cosa la spinge a continuare?

«Sono la squadrista più longeva nella storia della nazionale, nessuna è mai arrivata a 27 anni. La media attuale in nazionale è di 19/20 anni, ma ci sono anche ginnaste più piccole. Il ricambio è continuo: c’è solo un’individualista più anziana di me al mondiale, per il resto sono la più “vecchia”. Il mio piano nel 2020 era quello di smettere con l’agonismo dopo l’Olimpiade. A causa del Covid la competizione è stata spostata di un anno, poi due mesi dopo Tokyo avevamo il mondiale. A novembre del 2021 abbiamo pensato che non mancasse troppo a Parigi: tutte le mie compagne hanno continuato. Tante persone mi hanno consigliato di andare avanti fino ai Giochi. Sia fisicamente che mentalmente sono in forma: si vive una volta sola, così ho deciso di giocarmela fino alla fine. Dopo l’Olimpiade di Parigi sono sicura di smettere con l’attività agonistica, non ho dubbi questa volta».

Che cosa vede per il futuro della sua vita dopo il ritiro?

«Studio comunicazione d’impresa, sono al secondo anno. Non ho mai sottovalutato lo studio, così ho colto la borsa di studio che mi è stata offerta dopo il bronzo di Tokyo. Faccio parte della Commissione federale atleti: il mio ruolo è quello di rimanere vicino agli atleti in attività. Sono in palestra come ogni altra ginnasta per allenarmi, ma al tempo stesso sono a completa disposizione delle atlete. Non mi dispiacerebbe diventare un’allenatrice un giorno. Ho scritto due romanzi: sono dei racconti solo in piccola parte autobiografici. Ho sempre scritto su un diario: in molti mi hanno suggerito di pubblicarlo, ma non ne ero convinta perché sono cose molto private. Sarebbe stato come mettermi a nudo davanti a tutti e non lo volevo. Abbiamo così deciso di raccontare la storia di una ragazza normale affinché più ragazze ci si potessero rispecchiare».
 

Ultimo aggiornamento: 26 Agosto, 10:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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