Zaia: «Vaccinare sarà sempre più difficile, ma deve prevalere il buon senso»

Lunedì 11 Luglio 2022 di Alda Vanzan
Zaia: «Vaccinare sarà sempre più difficile, ma deve prevalere il buon senso»

Presidente Luca Zaia, in Veneto si viaggia su 10mila nuovi casi di contagio al Covud-19 al giorno. Le persone attualmente positive sono quasi 100mila. Di questa nuova ondata estiva dobbiamo preoccuparci?

«Intanto il numero dei contagiati è 4 se non 5 volte tanto.

Ormai la familiarità con il virus porta molti ad autovigilarsi. Dobbiamo togliere la fiducia ai cittadini? Io sono portato ad avere fiducia».


Però i contagi sono aumentati.
«Il virus di Wuhan non esiste più. A parità di test oggi abbiamo almeno 5-6 volte contagi in più, ma l'impatto ospedaliero è molto più basso. Oggi in Veneto abbiamo 841 ricoverati nelle aree non critiche e 37 in terapia intensiva: nel dicembre 2020, con questi numeri, avremmo già raggiunto le 3.500 persone ricoverate e ne avremmo almeno 540 in rianimazione. Ho fatto fare una ricerca: oggi la metà dei ricoverati sono Covid per caso, persone che arrivano in ospedale per farsi una cura e scoprono di essere positive, per la maggior parte asintomatiche».


Il virus è cambiato, ma c'è un sacco di gente che si contagia.
«Dal 21 febbraio 2020 ad oggi il virus è passato da una fase pandemica alla fase endemica, cioè alla convivenza con l'ospite. Se non ci fosse stato Wuhan, diremmo che è un virus influenzale».


Però ci sono persone che si ammalano, che finiscono in ospedale, che non ce la fanno.
«Sì e noi abbiamo l'obbligo di mettere in sicurezza le persone più a rischio: i fragili, gli oncologici, gli anziani. È questa la vera sfida».


In Veneto le persone attualmente positive sono quasi 98mila ed è sicuramente un dato per difetto. Bisogna continuare con le restrizioni?
«Io sono per mettere in sicurezza le persone fragili. L'Rt, cioè l'indice di trasmissibilità, era 2,5 all'epoca di Wuhan, oggi con l'attuale variante è 18. Molti di quelli più prudenti dicono: porto sempre la mascherina, non so come ho fatto a contagiarmi. Diciamo che questa ondata di fatto è il quarto booster, una immunità naturale che si sta diffondendo nella popolazione. Io non sono un esperto, ma penso che se riusciamo a mettere in sicurezza le categorie più a rischio, per il resto ne veniamo fuori più velocemente».


Quindi lei è per un liberi tutti?
«Vale sempre il buon senso. Faccio un esempio: vai in aereo? ti metti la mascherina. Non te la vuoi mettere? è una tua scelta».


Secondo lei va ridotta la fase dell'isolamento?
«Se sei in isolamento, lo devi fare fino alla negativizzazione. Non ha senso accorciarlo: o lo togliamo o lo si lascia così com'è. Ma io penso che un ragionamento sugli asintomatici - con l'autosorveglianza, ovviamente - andrebbe fatto. Su questo, però, deve pronunciarsi il mondo scientifico».


In Veneto 4 milioni di persone - su una popolazione di 5 milioni - hanno fatto il ciclo completo della profilassi. E 3,3 milioni anche la dose booster. Si può dire che la campagna di vaccinazione sia finita?
«I veneti si sono vaccinati, ma vaccinare sarà sempre più difficile. È inevitabile che davanti al 97 per cento degli infettati diventino tutti ambasciatori di una frase: ho preso un raffreddore, è come un'influenza. È difficile proporre il vaccino a chi la pensa così. Rispetto alla prima fase, non sarà una chiamata di popolo».


Quindi lei non estenderebbe la quarta dose agli over 60?
«Non spetta a me prendere queste decisioni, penso che arrivati a questo punto il vaccino sia una facoltà, non un obbligo».


Il Veneto riaprirà gli hub vaccinali?
«Noi diamo l'opportunità di fare il vaccino a chi se lo vuole fare secondo le direttive scientifiche. La macchina è collaudata, ci mettiamo una settimana a rimetterla in piedi. Ricordo però che ogni sanitario messo nell'hub vaccinale è un sanitario tolto all'ospedale».


C'è il rischio di buttare i vaccini che avete comprato?
«Noi abbiamo i vaccini che ci ha dato il governo».
 

Ultimo aggiornamento: 18:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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