Blitz anti bracconieri: sequestrati 133 cardellini

Giovedì 23 Maggio 2019 di Marco Corazza
cardellini sequestrati
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I finanzieri della Sezione Pronto Impiego della Compagnia di Gorizia, nel corso di un posto di controllo attivato nelle scorse settimane a Monfalcone, nei pressi del casello autostradale “Lisert”, hanno fermato un furgone sospetto proveniente dalla Slovenia con a bordo due persone di nazionalità ucraina, rinvenendo nel vano di carico tre anguste gabbie di legno che, occultate da bagagli, scatole e teli di stoffa, contenevano 133 cardellini della specie protetta “carduelis carduelis”, destinati ad essere commercializzati in provincia di Milano nel mercato illegale della fauna selvatica tutelata.

Gli accertamenti eseguiti sul veicolo, immatricolato in Ucraina ed entrato poco prima nel territorio nazionale attraverso il valico di Fernetti, sul confine triestino, hanno permesso di accertare che i cardellini non erano accompagnati da alcuna documentazione sanitaria e di trasporto ed erano privi di certificazioni in grado di attestarne l’origine, la tipologia, le caratteristiche e la destinazione. Nel corso della perquisizione del furgone è stato inoltre accertato che uno dei due soggetti a bordo aveva denaro contante per complessivi 10.525 euro, senza avere redatto la prescritta dichiarazione valutaria: è stato pertanto sanzionato ai sensi della normativa sul
trasferimento transfrontaliero di denaro contante.

I volatili sono stati sottoposti a sequestro ed affidati ad un centro di recupero della fauna selvatica con sede a San Canzian d’Isonzo, in provincia di Gorizia. Dopo un periodo di riabilitazione e di cure, su prescrizione di un medico veterinario dell’ordine di Trieste, sono stati rimessi in libertà nel loro ambiente naturale all’inizio della primavera.
I due bracconieri, denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia per detenzione e trasporto illegale di fauna selvatica protetta, in violazione delle norme nazionali e comunitarie, sono stati condannati al pagamento di una pena pecuniaria. La commercializzazione dei cardellini, molto ricercati per il loro canto melodioso, avrebbe consentito ai due bracconieri un illecito provento di circa quindicimila euro.
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