Si torna a scuola, ma la frequenza è decisa su base provinciale

Lunedì 26 Aprile 2021 di Alda Vanzan
Ragazzi al rientro in classe

VENEZIA - 26 aprile, il Veneto in giallo, fine della Dad per tutti i 213mila studenti delle superiori? Non è proprio così.

E non è nemmeno vero che l'indicazione di privilegiare la presenza degli studenti delle classi prime e quinte sia un obbligo: ogni istituto si è organizzato come ha voluto, anche in ragione della logistica. Ad esempio: si fa presto a dire che tutte le quinte debbano tornare in classe, ma se le aule a disposizione sono troppe piccole per garantire un minimo di distanziamento sociale, va da sé che continueranno forme miste di insegnamento, un po' in presenza e un po' a distanza. La situazione è dunque a macchia di leopardo.


LA NOTA

Le indicazioni per lo svolgimento delle attività didattiche delle scuole secondarie di secondo grado dal 26 aprile 2021 sono contenute in una nota che il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per il Veneto, Carmela Palumbo, e il direttore dell'Area Politiche economiche, Capitale umano e Programmazione comunitaria della Regione, Santo Romano, hanno inviato ai dirigenti scolastici e, per conoscenza, al governatore, ai prefetti, ai presidenti delle Province e della Città metropolitana, alle organizzazioni sindacali. Palumbo e Romano ricordano che il decreto legge Riaperture prevede che nelle zone gialla (come il Veneto) e arancione sia garantita, dal 26 aprile 2021 e fino al termine delle lezioni, l'attività didattica in presenza ad almeno il 70% e fino al 100% della popolazione studentesca delle scuole secondarie di secondo grado, cioè le uniche che finora avevano continuato la Dad. La nota riassume le decisioni assunte nelle riunioni dei tavoli prefettizi, tenuto conto dei servizi di trasporto pubblico locale. Come si ricorderà, il governatore Luca Zaia e la vicepresidente Elisa De Berti hanno detto che attualmente in Veneto operano 2.400 autobus cui se ne sono aggiunti più di 500 presi dal settore privato e che mantenendo la capienza dei mezzi pubblici al 50% per far andare tutti i ragazzi a scuola servirebbero altri 1.000 pullman in più, che però non si trovano sul mercato. La richiesta delle Regioni era di far tornare in classe il 60% degli studenti, il Governo ha deciso per il 70%. Alla fine in Veneto, a livello provinciale, ci sono state decisioni diverse. Eccole.
Nelle province di Belluno, Treviso, Venezia, Verona il 70% della popolazione studentesca sarà in presenza, con la priorità di rientro per le classi prime e quinte al 100%. A Padova rientro in classe del 100% degli studenti delle classi quinte e, nel più breve tempo possibile, anche il rientro al 100% degli studenti delle classi prime, restando fissato nell'attuale misura del 50% il numero degli studenti delle altre classi. A Rovigo la percentuale della popolazione studentesca in presenza sale al 75%, a Vicenza al 72%.


SPAZI LIMITATI

E se le aule sono piccole? In questo caso le percentuali cambiano ancora: Resta inteso - hanno scritto Palumbo e Romano - che continueranno a mantenere le attuali percentuali di studenti in presenza, anche se inferiori al 70%, le istituzioni scolastiche che, già dall'inizio delle lezioni, hanno dovuto fare ricorso alla Dad per alcune o tutte le classi dei percorsi di studio, a causa della ridotta capienza delle aule scolastiche e al fine di rispettare le misure di distanziamento prescritte dal Cts nazionale.

Ultimo aggiornamento: 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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