Ordini in calo di 40 milioni: il colosso
delle coop rosse cambia nome

Venerdì 24 Aprile 2015 di Maurizio Dianese
Ordini in calo di 40 milioni: il colosso delle coop rosse cambia nome
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VENEZIA - «Mi hanno chiamato per cambiare. E io cambio. Anche il nome del Consorzio, da Coveco a Kostruttiva. E oggi teniamo l’ultima assemblea del Coveco per l’approvazione del bilancio. Del resto la lezione che dà a tutti la batosta dell’inchiesta Mose è che, se si vuol uscire dalla crisi, bisogna cambiare e avere il coraggio di dire che non siamo antropologicamente diversi dagli altri».



Devis Rizzo, 40 anni, presidente del Coveco, il consorzio di cooperative rosso travolto dallo scandalo Mose, è il primo che infrange il tabù della "differenza antropologica", sbandierata ai quattro venti dal Partito comunista per un secolo. Con le inchieste che una dopo l’altra smantellano il mondo delle coop legate al vecchio Pci ed ora al Pd, uno come Devis Rizzo fa la differenza perchè ha il coraggio di dire che il re è nudo. «Le cooperative sono più di altre aziende lo specchio della società perchè sono soggetti collettivi che dunque risentono delle influenze della società. Non sto giustificando nessuno, sia chiaro, sto cercando di capire. Ma se nel corso degli anni anche noi abbiamo buttato alle ortiche i nostri ideali, significa che il contesto si è deteriorato moltissimo e, dunque, bisogna mettere mano al sistema degli appalti. E’ il primo dovere che abbiamo. Se non lo facciamo noi...»

E Mauro Lusetti, che ha sostituito Giuliano Poletti, diventato ministro, ai vertici della Lega coop, aggiunge: «Dobbiamo semplificare gli appalti e dare stabilità legislativa. Significa ridurre le norme e renderle chiare, seguendo le linee europee, per evitare ricorsi e corruzione, riducendo le stazioni appaltanti - Regioni, Ministeri, Enti pubblici - che adesso sono 30 mila e il Governo Renzi vuol portare a 35. E poi bisogna iniziare una lotta all’ultimo sangue contro le false coop che, lavorando in subappalto, sfruttano la manodopera con il lavoro nero e l’evasione fiscale».

Anche Lusetti dice che le cooperative devono essere le prime a cambiare passo e a tornare ai valori che hanno dimenticato per strada negli ultimi anni. «Da lì, dai valori, si riparte» hanno spiegato Devis Rizzo e Lusetti, ieri, all’ultima assemblea del Coveco. Da oggi il Consorzio di 82 cooperative di costruzioni - nato nel 1954 - diventa Kostruttiva. E pensa al futuro. «Chiudiamo il bilancio 2014 con 230 milioni di ricavi. Nel 2013 erano 213 milioni» - spiega Devis Rizzo, eletto presidente di Coveco 26 giorni dopo la "retata storica" del Mose che il 4 giugno 2014 ha portato in galera il gotha del mondo imprenditoriale e politico veneto.

«Dovrei dire che va bene visto che chiudiamo con un margine operativo lordo di 1 milione e mezzo, ma io dico che una impresa vive se guarda al futuro e dunque devo guardare i dati relativi alle acquisizioni di nuovi lavori. Ebbene, fino al 2013 abbiamo viaggiato su una media di 120 milioni all’anno, adesso siamo scesi a 85. Il mercato si è ristretto, d’accordo, ma non posso nascondermi che qualcuno ci pensa due volte, oggi, dopo lo scandalo del Mose, prima di darci lavoro, anche se nessuno può mettere in dubbio le capacità delle nostre imprese.»

Dunque, il problema di Rizzo era ed è quello di non buttare via il bambino e cioè la capacità imprenditoriale, i valori, il know how delle coop, con l’acqua sporca della corruzione. E quanto sporca fosse l’acqua del Mose nella quale nuotava anche il Coveco lo si desume dal fatto che gli arresti della Procura hanno dimostrato che tutti, comprese le cooperative rosse si erano adattati al sistema Mose e cioè a pagare mazzette e "contributi volontari", come dimostrano i due versamenti da 100 mila euro al Marcianum del cardinale Angelo Scola. Ma questa ormai per il Consorzio guidato da Rizzo è un’altra storia.
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