Un made in Italy tutto vegano
​che conquista il mercato

Sabato 2 Luglio 2016 di Antonella Santarelli
Un made in Italy tutto vegano che conquista il mercato
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La nuova cultura del cibo sta cambiando gli stili di vita, le identità sociali e, soprattutto, il mercato alimentare. E a dettare legge sono vegetariani e vegani, che secondo il rapporto 2016 dell'Eurispes crescono a ritmo di 1.600 persone al giorno: erano il 6% nel 2013 e hanno raggiunto il 9% lo scorso anno. Si tratta di 5 milioni di italiani che hanno fatto una scelta etica piú rispettosa della natura e degli animali e salutista. E altrettanto sorprendente è il business della vendita di prodotti vegetali che supera i 320 milioni di euro. Tra le aziende leader del settore c'é la Biolab di Gorizia, fondata da Massimo Santinelli, che da qualche anno sta registrando crescite record, tant'è che ha chiuso il 2015 con 10 milioni e mezzo di fatturato (+30%).
«Prima la "mucca pazza" poi l'allarme cancro lanciato dall'Oms su carne rossa e insaccati hanno fatto diventare i consumatori piú sensibili» spiega l'amministratore dell'azienda che produce esclusivamente alimenti biologici vegetariani e vegani. Ovvero tofu (una tonnellata al giorno) e seitan (2 tonnellate), oltre a una linea gastronomica di piatti pronti come polpettine, medaglioni, veg-ragù, burger (60 mila pezzi al giorno), cotolette, spezzatino di soja e, da pochissimo, anche affettati affumicati. Gia, perché il vegano ha bisogno di conservare la memoria visiva e del gusto della carne. «Il cibo non deve essere punitivo ma appagante e quindi - sottolinea Santinelli - diamo ai nostri prodotti una struttura e un gusto simile a quello della carne. E dal punto di vista nutrizionale e salutistico sono pure migliori. Per esempio i wurstel vegetariani sono da preferire a quelli, molto discutibili, insaccati con carni tritate».
Ma siamo sicuri che il veg faccia davvero bene? Da gennaio ben 9 bambini figli di vegani sono stati ricoverati con gravi ritardi e malnutriti... «Quei genitori - considera Santinelli - hanno fatto scelte scellerate. È noto che i pediatri sconsigliano la dieta vegana per i bambini. Si deve essere responsabili. Come lo è la maggior parte dei vegani. Quelli citati sono casi sporadici. Ma è facile cadere nelle disciminazioni da Curva sud e Curva nord».
Biolab, che conta due stabilimenti e 70 addetti, si rifornisce di materie prime olandesi, «ma ha acquistato 20 ettari di terreno - annuncia Santinelli - per far fronte nell’arco di 5 anni al 40-50% del fabbisogno bio con la filiera corta». Allora non è più preoccupato per il futuro come quando scrisse la "famosa" lettera al Corriere della sera, dicendo di sentirsi un bancomat per lo Stato? «Quella volta mi alzai di notte per lo sconforto, ma le cose non sono migliorare: le tasse sono pesantissime e la burocrazia è una gabbia. Capisco chi chiude e delocalizza. La mia azienda si trova a 500 metri dal confine con la Slovenia e ogni tanto penso di aprire di là una linea di produzione. Magari un giorno lo farò... Però la materia prima made in Italy fa la differenza e incide molto sul mercato, così come le ricette della dieta mediterranea».
Quest’anno la Biolab compie i 25 anni, ma non ha intenzione di ridare vita al Festival vegetariano e vegano che calamitava a Gorizia oltre 30mila persone in tre giorni. «La manifestazione aveva un gran successo, ma non avevamo un sufficiente supporto pubblico».
 
Ultimo aggiornamento: 3 Luglio, 08:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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