VENEZIA - Non è un taglietto di forbice, è un colpo di mannaia: su 71 partecipazioni indirette della Regione Veneto, se ne salveranno meno della metà. Palazzo Balbi ha deciso di chiudere 38 partecipate delle partecipate. Non è un gioco di parole. È spesso un incastro di scatole, sovrapposizioni, forse anche doppioni su cui, per fare chiarezza, la stessa Regione - che è il "padrone" di queste società - ha impiegato più di sei mesi. Talvolta, senza neanche ottenere uno straccio di risposta. Adesso, volenti o nolenti, si taglia.
La Regione è "proprietaria", con quote variabili, di 10 società. Per dire: ha il 4,83% di Autovie Venete. Il 100% di Veneto Innovazione. Il 51% di Veneto Sviluppo. Il 50% di Cav, la società costituita con l’Anas per gestire il Passante di Mestre. Ha pochissimo, poco più dell’1%, di Insula, che è il braccio operativo del Comune di Venezia per la manuntenzione urbana (con i fondi della Legge speciale). Ma il punto è che tutte queste dieci società hanno, a loro volta, delle partecipazioni. E solo per avere la radiografia degli assetti societari a Palazzo Balbi hanno impiegato mesi.
E, nella giunta di lunedì scorso, è stata approvata una delibera che dice cosa c’è, cosa si mantiene, cosa si taglia. Dunque: su 71 partecipazioni delle 10 partecipate della Regione, ne resteranno 33. Le altre 38 dovranno essere dismesse. Per vedere di quali partecipazioni si tratta, c’è la tabella pubblicata qui sotto.
Certo, a leggere la ragnatela di partecipazioni, c’è di che di riflettere. Anche perché poco o nulla si sa della governance di questo sottobosco di società. Per essere più chiari: la Regione Veneto, come tutti gli enti statali e locali, è tenuta a garantire la "trasparenza" della propria governance, quindi puntualmente pubblica i nomi degli amministratori e i relativi compensi. Questa trasparenza, però, vale solo per le società e per gli enti della Regione. Solo Cav, Veneto Nanotech e Veneto Strade potranno mantenere le proprie partecipazioni. Finché il "monitoraggio costante" lo consentirà.
L'ELENCO
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Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 16:43
La Regione è "proprietaria", con quote variabili, di 10 società. Per dire: ha il 4,83% di Autovie Venete. Il 100% di Veneto Innovazione. Il 51% di Veneto Sviluppo. Il 50% di Cav, la società costituita con l’Anas per gestire il Passante di Mestre. Ha pochissimo, poco più dell’1%, di Insula, che è il braccio operativo del Comune di Venezia per la manuntenzione urbana (con i fondi della Legge speciale). Ma il punto è che tutte queste dieci società hanno, a loro volta, delle partecipazioni. E solo per avere la radiografia degli assetti societari a Palazzo Balbi hanno impiegato mesi.
E, nella giunta di lunedì scorso, è stata approvata una delibera che dice cosa c’è, cosa si mantiene, cosa si taglia. Dunque: su 71 partecipazioni delle 10 partecipate della Regione, ne resteranno 33. Le altre 38 dovranno essere dismesse. Per vedere di quali partecipazioni si tratta, c’è la tabella pubblicata qui sotto.
Certo, a leggere la ragnatela di partecipazioni, c’è di che di riflettere. Anche perché poco o nulla si sa della governance di questo sottobosco di società. Per essere più chiari: la Regione Veneto, come tutti gli enti statali e locali, è tenuta a garantire la "trasparenza" della propria governance, quindi puntualmente pubblica i nomi degli amministratori e i relativi compensi. Questa trasparenza, però, vale solo per le società e per gli enti della Regione. Solo Cav, Veneto Nanotech e Veneto Strade potranno mantenere le proprie partecipazioni. Finché il "monitoraggio costante" lo consentirà.
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