Popolare Vicenza azzerata
Aumento ad alta tensione

Giovedì 21 Aprile 2016 di Maurizio Crema
Popolare Vicenza azzerata Aumento ad alta tensione
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Di fatto le azioni di Popolare Vicenza sono azzerate e Atlante è pronto anche a prendersi tutta la banca al prezzo minimo di 0,1 euro. Ma nella tarda serata di ieri si era ancora in attesa del via libera Consob all’aumento di capitale da 1,5 miliardi. Sono problemi tecnici ma anche sostanziali a far slittare il via libera all’operazione, che potrebbe partire solo venerdì e concludersi con la quotazione il 3 maggio (ma potrebbe anche slittare alla settimana dopo). O non partire affatto se non viene data la garanzia al fondo "salva-banche" di poter evitare l’Opa obbligatoria.

L'accordo tra Unicredit e Atlante - in base al quale il fondo subentrerà all'istituto milanese nel rilevare tutto l'inoptato dell'aumento della Bpvi - prevede che la sottoscrizione delle azioni avvenga al valore minimo della forchetta (0,1-3 euro) individuata dalla banca dopo tante trattative. Quaestio sgr, gestore di Atlante, ha però fatto precisare, nel comunicato emesso da Unicredit, di non essere «responsabile» del prezzo, uscito dal confronto tra le banche del consorzio di collocamento e il cda sulla base delle «evidenze» emerse durante la fase di premarketing. In pratica, questi mesi sono stati inutili. Almeno per il gigante da 4 miliardi di capitale minimo (per ora ancora virtuali, altra condizione da assolvere per "salvare" Vicenza). Se Atlante interverrà «tutti compreranno allo stesso prezzo» di 0,1 euro, ha chiarito il consigliere delegato della Popolare di Vicenza, Francesco Iorio: «Ci sarà un bookbuilding con un  procedimento competitivo, vedremo quanto il bookbuilding sarà riempito dall’offerta istituzionale. Poi Atlante avrà il diritto di ritirare il non sottoscritto al prezzo minimo di 0,1». Il che significa un importo complessivo massimo di 1,5 miliardi, come spiegato da una nota emessa successivamente da Unicredit.

È la pietra tombale per i vecchi soci: 119mila risparmiatori e imprese. In molti hanno sottoscritto gli aumenti di Vicenza a 62,5 euro. Ora si ritrovano un’azione che vale 10 centesimi. Carta straccia. Un bagno di sangue per famiglie, pensionati, imprenditori che hanno comprato i titoli fidandosi della solidità dell'istituto sbandierata dall'ex presidente Gianni Zonin. Quasi impossibile che sottoscrivano l’aumento di capitale pro quota.

La valutazione di 0,1 euro "prezza" Bpvi post-aumento 1,51 miliardi e corrisponde a un rapporto tra capitalizzazione e patrimonio netto tangibile di 0,38 volte, a sconto del 15,5% rispetto alle media di 0,45 volte del sistema delle banche popolari e a premio rispetto a istituti problematici come Mps (0,2 volte) e Carige (0,25). Mediobanca aveva espresso una valutazione post-aumento tra 1,1 e 1,6 miliardi, che non considerava però i rischi legali e di liquidità. Sul mercato restano molti dubbi, anche a questi valori, e si ipotizza che Atlante possa essere costretto a rilevare anche il 75% del capitale. I conti si faranno nei prossimi giorni, quando Iorio incontrerà gli investitori a Londra, Milano e New York. Per orientarsi bisognerà leggere anche il prospetto informativo di oltre 800 pagine, di cui la Consob dovrebbe autorizzare la pubblicazione oggi. Atlante ha condizionato il suo intervento all'esenzione dall'obbligo di Opa (giustificabile con le norme sul salvataggio) e l'esistenza di un flottante «adeguato» (almeno il 25%), ma Borsa potrà abbassare l'asticella. Quello che conta è trovare compratori per la banca vicentina. Ormai sempre meno popolare.
Ultimo aggiornamento: 13:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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