PADOVA - «Aveva portato i soldi dentro il carcere per corrompere gli agenti di custodia e farmi fuggire, ha portato la droga per gli agenti di custodia, sempre per la mia evasione, recuperava e consegnava i miei messaggi dal carcere e gestiva i soldi miei e dei miei cugini»: a dirlo è Felice Maniero, ex boss della Mala del Brenta ora "pentito" e tornato oggi di fronte ai giudici, parlando del suo ex avvocato.
"Faccia d'Angelo" è comparso oggi in video conferenza da una località segreta, sentito come teste all'aula bunker di Padova nel processo che vede il suo ex legale, l'avvocato padovano Enrico Vandelli, e Gianni Catalogna accusati di aver riciclato un miliardo delle vecchie lire.
«Se Vandelli sapeva che era denaro sporco? - ha risposto Felice Maniero alle domande del pm Paola Mossa - Guardi, io nella mia vita non ho svolto una sola attività lecita né venduto o avuto patrimoni lecitamente, questo è facile da appurare». Felice Maniero ha poi raccontato di aver consegnato a Vandelli circa 400 milioni di lire, ma la cifra poi gestita dal legale sarebbe ben superiore.
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