L'ex sindaco di Casale: «Quando
c'è crisi succede», Piazza (Silea): «Strane coincidenze»

Mercoledì 2 Aprile 2014
Renato Modenese
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PADOVA - «Effettivamente c'è stato un continuo viavai di carabinieri, ora capisco il perché». Renato Modenese, l'ex sindaco di Casale di Scodosia - il comune è stato commissariato lo scorso ottobre dopo le dimissioni del primo cittadino - commenta così l'operazione dei Ros tra i cosiddetti secessionisti veneti, che avrebbero avuto nel piccolo comune padovano una "base".



«Ho sentito parlare di arresti e di un "tanko" - ha aggiunto Modenese (ex Forza Italia) - se devo essere sincero Casale purtroppo in questi ultimi anni ha subito una forte depressione economica rispetto agli anni d'oro, una crisi molto più profonda di quella descritta delle medie nazionale. In situazioni del genere è comprensibile che possano accadere cose di questo tipo, quando c'è malumore e malcontento e iniziano difficoltà economiche può succedere anche questo».



«C'è una strana coincidenza fra la protesta dei cittadini veneti, a vari livelli, e questo intervento della magistratura». La riflessione è di Silvano Piazza, sindaco di Silea (Treviso) di area centrosinistra, che il 20 marzo scorso ospitò in uno degli spazi municipali la conferenza stampa di Gianluca Busato, leader di Plebiscito.eu, promotore del referendum on line sull'indipendenza del Veneto.



Fra i presenti, c'era anche il fondatore della Liga Veneta, Franco Rocchetta, oggi arrestato. Piazza disse di essere contrario all'ipotesi di separazione del Veneto dall'Italia perché «la buona politica è quella che unisce» ma affermò anche di aver partecipato al referendum, riconoscendo il diritto dei cittadini ad esprimersi su qualsiasi argomento. «Mi sorprende la notizia dell'arresto di Rocchetta - spiega - e non ne conosco la ragione. Proprio ieri sera ho trovato una sua chiamata persa sul mio cellulare, a questo punto mi dispiace non essere riuscito a rispondere».



Rispetto all'iniziativa della magistratura bresciana, Piazza tuttavia rileva che «ogni volta che i veneti chiedono rispetto ed uguaglianza nella redistribuzione delle risorse pubbliche, anche attraverso le pressioni organizzate dei sindaci, succede qualcosa che li mette in cattiva luce.
Probabilmente - conclude - queste richieste, che non sono un rischio per la democrazia, sono percepite come tali da parte della struttura».
Ultimo aggiornamento: 12:33

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