Zaia: «Cav holding del Nordest, nessuna guerra ai privati ma entriamo nel mercato delle autostrade»

Domenica 25 Luglio 2021 di Angela Pederiva
Il governatore Zaia inaugura un tratto della Pedemontana
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La svolta è maturata nella notte. Con la conversione alla Camera del decreto Semplificazioni Bis, su cui martedì sarà posta la fiducia anche al Senato, diventa legge la trasformazione di Cav nella holding delle concessioni a Nordest. «Alla società possono essere affidate le attività di realizzazione e di gestione, comprese quelle di manutenzione ordinaria e straordinaria, di ulteriori tratte autostradali situate prevalentemente nel territorio della regione Veneto nonché, previa intesa tra le regioni interessate, nel territorio delle regioni limitrofe», sancisce infatti l'emendamento fatto approvare dalla Lega, con primo firmatario il deputato (e commissario regionale del partito) Alberto Stefani. Esulta il governatore Luca Zaia, ispiratore della norma che amplia l'oggetto sociale della Spa, detenuta al 50% ciascuna dalla Regione e dall'Anas, ben oltre il Passante, la tangenziale di Mestre e l'A4 Venezia-Padova com'è stato per 14 anni: «Non dichiariamo guerra ai privati, ma entriamo anche noi nel mercato, con la differenza che rispetto a loro reinvestiremo gli utili dei pedaggi in viabilità e servizi sul territorio».
Resta lo schema Cav, quindi?
«La cosa magnifica è proprio questa. Dal 2008 le Concessioni Autostradali Venete sono un caso unico in Italia: una concessionaria pubblica che, oltre a registrare risultati gestionali ed economici di alto livello, ricompensa come propri azionisti i cittadini. Sia chiaro, quello che fanno le società private è perfettamente legittimo, ma io sono l'amministratore delegato di un'istituzione che nella sua ragione sociale ha la tutela degli interessi dei veneti. Finora se sotto casa nostra si liberava una stradina, non potevamo neanche suonare il campanello per presentarci. Adesso la legge dice che, nel mercato delle concessioni autostradali, possiamo diventare un player in Veneto». 
In Veneto o a Nordest?
«Grazie a questo emendamento, Cav potrà partecipare alle gare per la concessione sia delle infrastrutture che ricadono prevalentemente in Veneto, sia di quelle che sono condivise anche dal Friuli Venezia Giulia e dal Trentino Alto Adige. Questo apre uno scenario molto positivo, in un Paese in cui spesso ci si chiede: ma è possibile che le opere di proprietà dello Stato non siano gestite dal pubblico? Ecco, insieme all'Anas, la Regione ha dimostrato che una gestione pubblica efficiente è possibile». 
Quanti anni ci sono voluti?
«Troppi: cinque. Il travaglio è stato così lungo che ormai pensavamo di non veder più nascere il bambino... Questa operazione è stata concepita nel 2016 con il ministro Graziano Delrio, che ha condiviso subito il progetto. Purtroppo quando è arrivato Danilo Toninelli dopo di lui, non se n'è più parlato».
Quanto ha contato il clima di unità nazionale del governo Draghi?
«C'è stato un ottimo lavoro di squadra del gruppo parlamentare della Lega. Dopodiché ho curato personalmente le relazioni con i ministri Daniele Franco ed Enrico Giovannini, nonché con i rispettivi capi di gabinetto Giuseppe Chinè e Alberto Stancanelli. Ma un ringraziamento particolare va alla vicepresidente Elisa De Berti: ha passato giornate su giornate a Roma per inseguire questo match point, il punto che vale la partita, senza mai gettare la spugna. Ora aspettiamo prudentemente gli ultimi passaggi formali, con il voto del Senato, ma il risultato ottenuto alla Camera è stato fondamentale».
È sicuro che lo pensino anche i suoi colleghi di Veneto e Trentino Alto Adige?
«Ne ho parlato con Massimiliano Fedriga, Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher. È logico che all'inizio ci fosse qualche preoccupazione, ma la nostra non diventerà un'Opa ostile. Nel momento in cui un'autostrada tornerà sul mercato per la concessione, i presidenti delle Regioni contermini potranno decidere se partecipare alla gara con noi o lasciare che se la vedano i privati. Fosse per me, non avrei molti dubbi al riguardo». 
I pur leghisti trentini non nascondono i timori per il futuro dell'A22 Modena-Brennero.
«Non andiamo a fare casino in casa degli altri, ho troppo rispetto per le prerogative dei concessionari attuali e del ministero delle Infrastrutture. Ma tutto quello che si libererà, ci vedrà competere alla pari con gli altri». 
Però come la mettete con Autovie Venete, per cui Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno appena fondato la Società Autostrade Alto Adriatico?
«Nessuna insidia, quella resta la nostra newco, l'A4 Venezia-Trieste non è in discussione. Dobbiamo guardare a robe più venete».
Per esempio all'A27 Venezia-Belluno?
«Non so quando scada la concessione di Autostrade per l'Italia. Certo che, se quella tratta torna sul mercato, noi ci candidiamo».
Vale pure per la Superstrada Pedemontana Veneta?
«Il presidente che ci sarà fra 39 anni, avrà già la culla pronta. Sempre che, e lo dico come pura ipotesi, l'attuale concessionario non decida di cederla anche prima». 
A quel punto?
«Noi ci siamo. Nel frattempo completiamo l'aggancio con l'A27 e l'A4, verifichiamo i flussi di traffico e applichiamo le riduzioni con gli sconti e gli abbonamenti».


      
 

Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 11:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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