Il Pd licenzia 12 dipendenti e i gruppi
dovranno restituire 700mila euro

Sabato 3 Maggio 2014
La Corte dei conti ha costretto i partiti a restituire i soldi
VENEZIA - C’era chi aveva inneggiato alla disubbidienza, della serie: tutte le nostre spese sono state di carattere istituzionale, non abbiamo comprato neanche un calzino a fini personali, quindi non restituiremo nemmeno un centesimo. Tutti avevano promesso battaglia: ricorsi al Tar, impugnative alla Corte costituzionale, sostegni "ad adjuvandum", interventi normativi. Insomma: guerra tra istituzioni. Come siamo messi? Siamo messi che le carte bollate devono ancora partire, in compenso sono partite le lettere di licenziamento dei collaboratori. I co.co.co. e i co.co.pro del gruppo consiliare del Pd in Regione Veneto hanno salutato la festa del 1° maggio perdendo il lavoro. Contratti ciao, ecco servito il recesso anticipato.



È il primo effetto del verdetto della Corte dei Conti, dopo che la Sezione di Controllo per il Veneto ha ritenuto irregolari spese per 740mila euro effettuate dai gruppi consiliari della Regione nel corso del 2013. Anche le spese del 2012 erano state contestate dai magistrati contabili, ma in quel caso era stato stabilito che la legge non poteva essere applicata retroattivamente e così le sanzioni erano state bloccate. Dopo l’"avviso" del 2012, i gruppi avevano limitato fortemente le spese, arrivando ad esempio ad abolire completamente le colazioni di lavoro. Per il 2013 erano stati mantenuti i contratti di lavoro per determinati progetti e gli incarichi di addetto stampa, le consulenze erano state limitate, i convegni ridotti all’osso. Finché è arrivato il verdetto della Corte dei conti: praticamente tutti i contratti di lavoro sono stati ritenuti irregolari, anche quelli che l’anno prima avevano passato l’esame, con motivazioni del tipo: "manca l’esito", "manca progetto ed esito", "manca l’inerenza". Pure buona parte dei convegni è stata bocciata, mancando, a detta della Corte dei conti, l’inerenza istituzionale. Tradotto: roba da partito e non da gruppo consiliare.



Le conseguenze? I gruppi hanno deciso che faranno ricorso al Tar (la giunta ha già deliberato il ricorso ad adjuvandum, cioè a sostegno) chiedendo la sospensiva, poi andranno alla Corte costituzionale per sollevare conflitto di attribuzione. Tutto questo mentre l’Ufficio di presidenza del consiglio regionale starebbe scalpitando per deliberare la restituzione delle somme: il Pdl (quale Pdl? adesso ci sono tre gruppi, due distinti di Forza Italia e uno del Nuovo centrodestra) dovrebbe dare indietro 207mila euro, il Pd 152mila, la Lega 179mila e poi tutti gli altri gruppi per un totale di 740mila euro. Restituzioni a parte, i gruppi sono corsi ai ripari: la Lega - l’unica a non avere contratti di lavoro contestati - ha chiuso "Officina Veneta" e la piattaforma "Plancia", strumenti con cui faceva ricerche e indagini. Manifesti non se ne stampano più.



E i contratti di lavoro? Diego Bottacin, di Verso Nord, ha mantenuto l’addetto stampa: «L’anno scorso non era stato nemmeno contestato, stavolta, non si capisce perché, hanno trovato da ridire». I tre gruppi nati dal fu Pdl devono ancora decidere. Il Pd, invece, ha già mandato le lettere ai 12 collaboratori comunicando il recesso anticipato del contratto. «Sì - conferma il capogruppo del Pd, Lucio Tiozzo - abbiamo sospeso tutte le collaborazioni in attesa che si chiarisca il quadro. I contratti ci erano stati contestati per il 2012, adesso è intervenuta la Procura della Corte dei conti e abbiamo presentato montagne di carte per dare spiegazioni, ma le contestazioni sono state ripetute anche per il 2013. Noi riteniamo di essere nel giusto, ma visto come si sono messe le cose, d’accordo con il gruppo, abbiamo sospeso ogni attività».



Il punto è: chi dovrebbe restituire i soldi delle spese contestate dalla Corte dei conti? Il gruppo con i soldi del gruppo (il cosiddetto "tesoretto", per chi è riuscito a non spendere tutti i fondi disponibili)? Difficile. L’assicurazione? È quello che a Palazzo Ferro Fini si spera. Altrimenti i consiglieri dovranno mettere mano al proprio portafoglio. Se si rifiutano, la responsabilità legale resta in capo al capogruppo. E la fine della legislatura è dietro l’angolo.
Ultimo aggiornamento: 11:22
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