Troppe cave, stretta della Regione:
norme più rigide per tutelare il territorio

Mercoledì 17 Settembre 2014
(archivio)
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VENEZIA - Fumata nera per le cave, causa il braccio di ferro tra la maggioranza di centrodestra e l’opposizione di centrosinistra. Se ne riparlerà oggi con la ripresa in Consiglio regionale l'esame del nuovo disegno di legge predisposto dalla Giunta che detta le nuove norme per la disciplina dell'attività di cava, e va a sostituire la precedente legge del 1982. Ordinamento quest'ultimo che non ha mai trovato completa applicazione, non essendo mai stato approvato il relativo Piano regionale delle Attività di cava (Prac), che di fatto ha determinato una disciplina dell'attività basata sul regime transitorio previsto dalla legge stessa. Per questo motivo sia la legge, sia il relativo Prac, sono attesi da tempo da quanti operano nel settore. Il provvedimento all'esame dell'aula ripercorre la struttura della legge regionale 44 del 1982, aggiornandola alle necessità attuali, ma soprattutto con l'obiettivo di semplificare i procedimenti di pianificazione, aumentare la tutela del territorio con norme più stringenti per la ricomposizione ambientale dei siti estrattivi e di rafforzare le funzioni di controllo da parte della Regione in previsione della costituzione dell'osservatorio per le attività estrattive. La normativa indica la procedura per interventi soggetti a valutazione di impatto ambientale e prevede la ridefinizione di alcuni istituti introdotti dalla legge 44/82, riguardanti la proroga della durata dell'autorizzazione, che sarà fortemente limitata, la decadenza e la revoca. Viene introdotto, inoltre, un sistema di partecipazione finanziaria dell'imprenditore ai costi che la Regione e soprattutto i Comuni sopportano per gli interventi di mitigazione degli effetti che l'attività estrattiva produce sul territorio.
Ultimo aggiornamento: 11:54
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