Formazione professionale, il dossier
sulla gestione dei fondi in Procura

Venerdì 16 Ottobre 2015 di Alda Vanzan
Formazione professionale, il dossier sulla gestione dei fondi in Procura
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VENEZIA - Tutti in Procura. Lo stesso dossier presentato in consiglio regionale da Sergio Berlato, capogruppo di Fratelli d’Italia, in cui si delinea un sistema "opaco" della gestione dei fondi destinati alla formazione professionale, è stato consegnato ai magistrati dal presidente dell’assemblea legislativa e anche dalla giunta regionale. Sia Roberto Ciambetti che Luca Zaia, infatti, avevano ricevuto il plico di oltre 560 pagine, ma, anziché farlo analizzare dai consiglieri regionali - come aveva chiesto Berlato - l’hanno consegnato alla magistratura. Della serie: ci sono illeciti? lo stabilisca la Procura.



Una nota di Palazzo Ferro Fini riporta anche l’ora della trasmissione delle carte: "Alle 11.40 il presidente del consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ha incontrato presso la sede della Procura della Repubblica di Venezia il procuratore Luigi Delpino, per informarlo del materiale ricevuto e per concordare la procedura corretta per trasferire la poderosa mole documentale agli uffici della Procura". Dichiarazione di Ciambetti: «Iniziative come quella del consigliere Berlato devono essere immediatamente trasferite alle autorità competenti. Sono convinto che laddove ci si trovi in presenza di notizie di reato sia fatto obbligo all'istituzione regionale di non perdere tempo: se la giustizia deve intervenire, lo deve poter fare nei tempi più brevi possibile: politica e istituzioni devono essere sue alleate». Quindi, non sarà la quarta commissione consiliare presieduta da Giampiero Possamai ad occuparsi della questione.



Anche Palazzo Balbi ha trasmesso le stesse carte avute da Berlato alla Procura. "La giunta regionale - recita una nota - nel corso degli ultimi anni ha provveduto a trasmettere copioso materiale alle competenti autorità (Guardia di finanza, Procura della Repubblica e Corte dei conti) in merito alle indagini di Polizia giudiziaria in corso, scaturite dalle denunce effettuate dalla stessa giunta nei confronti degli Enti Agenzia Formazione Lavoro di Padova, Accademia la Parigina di Treviso e Cfp Ipea di San Donà di Piave, formulate da ottobre 2014 fino ad oggi. Relativamente all’attività di formazione iniziale, si è provveduto ad effettuare controlli di attività ispettiva sul 100% dei progetti e degli enti di formazione».



Dal canto suo, Berlato ha ribadito di aver ricevuto le carte «da alcuni operatori della formazione professionale che hanno deciso di ribellarsi e di denunciare un presunto sistema esistente in questo settore mirante ad utilizzare in modo distorto i fondi pubblici destinati alla formazione professionale». Berlato ha ricordato che ben prima della Retata Storica sul Mose lui stesso aveva raccolto e girato alle autorità segnalazioni da operatori del settore opere pubbliche. Ora - ha detto - ha fatto lo stesso con la formazione professionale spiegando che il dossier configurerebbe «un sistema apparentemente regolare sotto il profilo formale ma effettivamente diabolico sotto il profilo sostanziale per l’utilizzo distorto dei fondi destinati alla formazione professionale», con consulenze usate come «strumento per la distrazione delle risorse pubbliche» nonché «strane commistioni tra controllori e controllati, tanto da far coincidere e sovrapporre ruoli e funzioni che invece dovrebbero rimanere ben distinti».



A prendere le difese del «modello veneto» è Renato Meggiolaro, presidente di FormaVeneto: «Il sistema veneto è indicato a livello nazionale e comunitario come modello eccellente, tanto per i suoi risultati in termini di occupabilità degli studenti, quanto per il suo fondamentale ruolo contro la dispersione scolastica. Le insinuazioni avanzate nei confronti degli enti di formazione professionale sono ben lontane dall'essere non tanto reali quanto addirittura solo immaginabili».
Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 08:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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