Alle elezioni Europee manca un anno, ma le manovre in Veneto per le candidature sono già iniziate.
FRATELLI D'ITALIA
Il boom di eurodeputati è previsto nel partito di Giorgia Meloni: nel 2019 in tutta la circoscrizione FdI fece un solo eletto (il vicentino Sergio Berlato), ora la previsione è di arrivare anche a 5. Se così fosse, l'ipotesi sarebbe di 3 veneti, 1 emiliano, 1 friulano. Oltre a Berlato, potrebbero essere della partita l'assessore regionale Elena Donazzan, gli attuali senatori Luca De Carlo e Raffaele Speranzon (che in caso di elezione però si dimetterebbero da Bruxelles per restare a Roma), uno dei consiglieri regionali (il veronese Daniele Polato o il trevigiano Tommaso Razzolini) anche per riequilibrare la presenza geografica (Berlato e Donazzan sono entrambi vicentini).
LEGA
La Lega nel 2019 mandò a Bruxelles 7 eurodeputati dalla circoscrizione Nordest, di cui 4 dal Veneto: Mara Bizzotto (sostituita l'anno scorso, appena eletta al Senato, da Paola Ghidoni), Gianantonio da Re, Paolo Borchia, Rosanna Conte. Per il 2024 la previsione è di dimezzare i posti: 4 in tutta la circoscrizione, di cui 2 in Veneto, 1 in Friuli, 1 in Emilia Romagna. Dei quattro uscenti veneti sperano nel bis Borchia e Conte, ma in lista potrebbero esserci anche l'assessore regionale Roberto Marcato, il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, la consigliera regionale Milena Cecchetto: se nel 2019 sui "regionali" veneti (e solo veneti) calò infatti il veto della candidatura in Europa (all'epoca tra i papabili c'erano Ciambetti, Caner, Sandonà, Barbisan), l'anno prossimo non dovrebbero esserci esclusioni di sorta.
FORZA ITALIA
Nel 2019 Forza Italia non mandò a Bruxelles neanche un eurodeputato: il motivo è che aveva fatto un "collegamento" con la Südtiroler Volkspartei e infatti il seggio finì a Herbert Dorfmann della Svp. Ed fu (anche) per questo che l'allora parlamentare europea Elisabetta Gardini lasciò Forza Italia per FdI (con parole di fuoco, disse che Fi era «sulla via del decesso» e che Antonio Tajani ne era «il becchino»). Per il 2024 gli azzurri contano di conquistare un seggio e in Veneto la favorita sarebbe l'ex senatrice Roberta Toffanin (oggi consigliera, "esperta economica", del ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin). Ma la "campagna acquisti" portata avanti dal nuovo coordinatore Flavio Tosi potrebbe riservare sorprese.
PARTITO DEMOCRATICO
Il Pd conta di confermare i quattro seggi ottenuti nel 2019, quando vennero eletti Carlo Calenda (poi sostituito da Achille Variati), Alessandra Moretti e gli emiliani Elisabetta Gualmini e Paolo De Castro. Moretti non nasconde di volere il bis, Variati pare lo stesso, ma si parla anche dell'ex senatrice Laura Puppato, del deputato Alessandro Zan, del consigliere regionale Andrea Zanoni e, per l'Emilia Romagna, dell'attuale presidente della Regione Stefano Bonaccini.
INCOGNITA ZAIA
E poi c'è l'incognita Zaia. E cioè: il governatore del Veneto sceglierà l'Europa se non sarà concesso il terzo mandato (che per lui sarebbe il quarto) ai presidenti di Regione e ai sindaci? Per settembre è atteso il Ddl di riordino degli enti locali e delle Province e quella potrebbe essere l'occasione per modificare la norma sul tetto dei due mandati, anche se in pochi realmente ci scommettono. Da Porto Cervo, invitato alla kermesse de "La Ragione", Zaia sabato sera non ha nascosto di volersi ricandidare: «Per una legge nazionale che prevede il limite dei due mandati - ha detto - non potrò ricandidarmi. Non so dirvi cosa farò, di sicuro non farò il ministro e spero che possa sbloccarsi qualcosa a livello legislativo, consentendomi di correre ancora alle elezioni regionali da candidato presidente. Non è un problema che riguardi solo me o solo presidenti di Regioni guidate dal centrodestra».
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