Il Governo non impugna la legge del Veneto sulla caccia. Il Pd: «Decisione politica»

Venerdì 1 Aprile 2022 di Angela Pederiva
Il Governo non impugna la legge del Veneto sulla caccia
9

La legge sulla caccia del Veneto è salva.

Ieri il Consiglio dei ministri, nell'ultimo giorno utile per l'eventuale impugnazione del Piano faunistico-venatorio regionale 2022-2027, ha infatti deciso di non promuovere alcuna questione di legittimità davanti alla Corte Costituzionale, malgrado gli uffici legislativi di due ministeri (Transizione Ecologica e Cultura) avessero chiesto al dipartimento degli Affari Regionali di procedere in giudizio. «È una decisione esclusivamente politica e assolutamente inaudita», tuona il consigliere dem Andrea Zanoni, in aperta polemica con il governo Draghi, di cui pure il Partito Democratico è parte integrante.


IL TESTO

Nel mirino del Pd finisce però soprattutto l'azzurra Mariastella Gelmini, il ministro per gli Affari Regionali che ha proposto ai colleghi di non impugnare la norma veneta (e che non ha voluto commentare questa decisione). Il testo era stato approvato da Palazzo Ferro Fini lo scorso 28 gennaio ed era stato approvato sul Bur il 1° febbraio, per cui ormai scadeva il termine dei 60 giorni concessi per la valutazione da parte dell'esecutivo, che nella precedente seduta aveva rinviato il punto alla zona Cesarini. «Già quello poteva essere un brutto presagio, ma non credevo si arrivasse a tanto, anche perché l'Avvocatura di Stato aveva iniziato il percorso di impugnativa», rivela Zanoni, riferendo di aver appreso che l'istruttoria tecnica era già stata avviata.


LE OSSERVAZIONI

L'evidenza è data dalle 9 pagine di osservazioni formulate dai giuristi dei due ministeri interessati dalla normativa. Dal legislativo della Transizione Ecologica, ancora il 1° marzo il capo ufficio vicario Giovanni Di Scipio aveva chiesto al dipartimento incardinato nella Presidenza del Consiglio di proporre «impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale, in riferimento ai parametri statali ed eurounitari» a suo avviso violati: in sintesi, il limite dell'1% del territorio regionale riguardante i terreni vietati alla caccia in seguito alla richiesta dei legittimi proprietari, la caccia e il recupero di fauna selvatica tramite natante, l'addestramento dei cani fuori dal periodo consentito, l'omessa identificazione delle zone in cui sono collocabili gli appostamenti fissi, l'assenza di tutela delle rotte migratorie col divieto di caccia nel raggio di mille metri dai valichi montani, la mancata attuazione della Valutazione di incidenza ambientale col divieto di caccia nelle aree Rete Natura 2000 dove sono state realizzate le grandi opere in deroga alla direttiva Habitat e per un raggio di 4 chilometri, l'approvazione del Piano faunistico con legge anziché con atto amministrativo.
Inoltre il 7 marzo Annalisa Cipollone, capo dell'ufficio legislativo della Cultura, aveva evidenziato «profili di criticità in ordine alle attribuzioni primarie costituzionalmente riservate allo Stato», in particolare nella realizzazione degli appostamenti fissi senza il relativo titolo abilitativo edilizio e paesaggistico.


L'INTERROGAZIONE

Tutto lasciava dunque presagire la delibera di impugnazione, che invece non è arrivata, nonostante gli appelli lanciati da una decina di associazioni, tra cui Wwf, Lipu, Lac, Enpa, Legambiente e Codacons. Ma al di là delle aspettative animaliste è chiaro che, sotto il profilo politico, il mancato intervento del Governo pone un problema per i partiti che lo sostengono. Non a caso il deputato dem Diego Zardini ha intenzione di presentare una nuova interrogazione parlamentare sulla vicenda, dopo che da oltre un mese attende risposta a quella che aveva già depositato per sapere come intendessero muoversi i ministeri competenti. «Trovo molto grave quanto accaduto con ripercussioni non solo di carattere ambientale ed ecologico, ma anche politico-sociale conclude Zanoni perché fa cadere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. È una giornata triste per chi crede nella legalità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci