Autonomia, tempi lunghi e nessun incentivo contro la spesa storica

Lunedì 11 Novembre 2019 di Alda Vanzan
Autonomia, tempi lunghi e nessun incentivo contro la spesa storica
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Tempi lunghi. E, peggio ancora, nessun incentivo a passare dalla spesa storica ai costi standard. Anzi: andasse in porto così com'è scritta, l'autonomia del ministro Francesco Boccia sembrerebbe prevedere addirittura una sorta di tassazione a carico della Regione per risanare, nel caso, la finanza pubblica. Saranno i tecnici, a partire da quelli ministeriali, a spiegare cosa significa esattamente la bozza della legge quadro sull'autonomia inviata venerdì scorso dal ministro alle Regioni, ma dalla prima lettura si capisce perché il governatore del Veneto, Luca Zaia, l'ha giudicata «non sottoscrivibile». Dal canto suo, Boccia ha ribadito che la bozza è aperta a miglioramenti e contributi esterni costruttivi.
 
COSA DICE LA BOZZAL'articolo 1 dice le intese tra lo Stato e le Regioni, al fine di assicurare i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) o gli obiettivi di servizio su tutto il territorio nazionale, devono conformarsi a 6 obiettivi. Eccoli.
a) Per tutte le materie oggetto di attribuzione di competenze alle Regioni devono esserci i Lep. Il Veneto ha chiesto 23 materie, dunque per tutte e 23 devono esserci i Livelli essenziali di prestazione.
b) Come avverrà il finanziamento delle funzioni attribuite alle Regioni? Sulla base dei fabbisogni standard e dei Lep, così da sostituire le risorse erariali con autonomia di entrata, territorialità dei tributi e perequazione.
c) Questo è uno dei punti su cui le Regioni chiederanno chiarimenti: Necessità di assicurare su tutto il territorio nazionale i Lep anche attraverso la perequazione infrastrutturale. A tal fine, i futuri riparti delle risorse dedicate alle infrastrutture devono tenere conto di tale obiettivo. Ossia: se una Regione ha un gap infrastrutturale dovrà avere più fondi?
d) Questo comma parla del riparto tra regioni e enti locali.
e) Questo è il comma più ostico perché non dà alcun termine per definire i Lep. La proposta della Regione Veneto è che se entro tre anni dall'intesa non stati ancora definiti i Lep, si passa dalla spesa storica alla media pro capite nazionale. Chiaro che al Veneto, che tendenzialmente spende meno di altre regioni, converrebbe e questo dovrebbe essere di incentivo allo Stato per definire i Lep. La bozza Boccia, invece, non pone alcun limite. «La formulazione è criptica - dice il professor Dario Stevanato, ordinario di Diritto tributario all'Università di Trieste e membro della delegazione trattante del Veneto - ma lascia proprio intendere che la spesa storica sia sine die».
f) È il comma che lascia intendere tassazioni o prelievi: Ai fini del coordinamento della finanza pubblica, previsione della facoltà dello Stato di stabilire, in relazione agli andamenti del ciclo economico e dei conti pubblici, misure a carico della Regione, a garanzia dell'equità nel concorso al risanamento della finanza pubblica previa adozione delle medesime misure con impatto finanziario su tutto il territorio nazionale.
I TEMPILa bozza Boccia dice che, una volta approvata la legge quadro, Governo e Regione firmano l'intesa. Il testo viene trasmesso al Parlamento per l'espressione del parere da parte della Commissione per l'attuazione del federalismo fiscale, della Commissione per le questioni regionali e delle Commissioni parlamentari competenti per materia, che devono esprimersi entro 60 giorni. I pareri vengono trasmessi a Governo e a Regioni per le rispettive valutazioni. Alla fine il Governo delibera sul disegno di legge sull'intesa e il testo va alle Camere per l'approvazione definitiva. I passaggi parlamentari sono dunque tre: legge cornice, commissioni, approvazione finale. I primi due non sono dettagliati dalla Costituzione.
IL COMMISSARIODa ultimo è previsto un Commissario ad hoc che potrà contare su una struttura di missione istituita presso la presidenza del Consiglio. Questi, dopo l'approvazione dei Lep, degli obiettivi di servizio e dei fabbisogni standard dovrà occuparsi, tra l'altro, della messa a punto dei decreti riguardanti i beni e le risorse finanziarie, umane e strumentali legate alle funzioni attribuite ai sensi del terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione. Il tutto con il contributo dei rappresentanti indicati di volta in volta dalle regioni interessate.
Alda Vanzan
Ultimo aggiornamento: 11:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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