Vaccini a domicilio, il caso dei "furbetti" che hanno chiesto le fiale a casa ma non ne avevano il diritto

Venerdì 5 Marzo 2021
Vaccini a domicilio, il caso dei "furbetti" che hanno chiesto le fiale a casa ma non ne avevano il diritto
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PORDENONE - Caso vaccini a domicilio, interviene la Regione Friuli Venezia Giulia e promette: «Entro la prossima settimana via agli appuntamenti, risolviamo il problema». Ma intanto in provincia di Pordenone la questione si allarga e si fa maggiore chiarezza sulle cause dei disagi che hanno scatenato molte proteste. Il caso, sollevato alcuni giorni fa sul Gazzettino, si riferisce agli ultraottantenni più fragili, che in provincia attendono ancora di essere contattati dal sistema sanitario per la vaccinazione a domicilio.

E ieri ha preso una piega inaspettata. 


I DETTAGLI

Dovevano essere poco più di 7-800, sono diventati improvvisamente più di 2.400. Sono gli anziani con più di 80 anni che nel Friuli Occidentale hanno chiesto - e in un primo momento ottenuto - un appuntamento (sino a ieri senza data) per la vaccinazione a domicilio. Ma non tutti, e qui si infittisce il caso, ne avevano diritto. Ecco perché la procedura è andata così a rilento, provocando le proteste dei parenti di tutti quegli anziani che invece avevano pieno titolo a ricevere l'assistenza domiciliare. Tutto è nato nelle farmacie. Molti anziani, infatti, si sono recati autonomamente nei punti vendita per prenotare il loro turno per la vaccinazione, chiedendo però di ricevere le fiale a casa. Lì il meccanismo si è inceppato, facendo perdere di vista il vero obiettivo. Gli appuntamenti domiciliari, infatti, erano riservati solamente agli ultraottantenni non autosufficienti, già censiti dalla Regione. L'Azienda sanitaria a quel punto è stata costretta a impiegare più giorni per rivedere le liste dei pazienti fragili, depurandole da tutte le persone che non avevano diritto al vaccino a casa. Le proteste dei parenti degli anziani non autosufficienti prendono quindi un'altra piega: non c'erano solo le lungaggini, ma anche la beffa di essere stati scavalcati da persone che non erano titolari del diritto. 


LA RISPOSTA

Dalla prossima settimana è previsto l'avvio delle vaccinazioni a domicilio per coloro che sono impossibilitati a recarsi nelle sedi vaccinali. «Partiremo - chiarisce il vicepresidente Riccardi - con 200 inoculazioni nei primi sette giorni, mentre complessivamente si stimano di vaccinare circa 3.000 over80 a domicilio». Nell'area pordenonese, oltre alle sedi dei distretti - a cui si sono già aggiunti Claut e Spilimbergo - al momento non verranno allestiti punti vaccinali aggiuntivi per gli ultraottantenni, a meno che non arrivino ulteriori dosi rispetto a quelle già programmate. Sugli over80, anche Asfo partirà con le inoculazioni a domicilio a partire dalla prossima settima «chiamando a casa - spiega Riccardi - di volta in volta coloro che sono stati inseriti nella lista in quei sette giorni. Complessivamente gli over80 a cui sarà somministrato il vaccino a domicilio saranno circa un migliaio». E no n più di duemila, come risultato all'Azienda sanitaria in base alle indicazioni allegate alle prenotazioni. Dalla prossima settimana, invece, l'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale darà il via a una serie di sedute potenziate di vaccinazione riservate agli ultraottantenni con l'obiettivo di somministrare entro marzo circa 10mila dosi di vaccino solo nell'area udinese. Lo ha annunciato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, evidenziando che «in accordo con la Regione e i sindaci dei territori interessati, l'Asufc organizzerà punti di vaccinazione alla Fiera di Udine (2.000 dosi), a Cividale del Friuli (3.000 dosi), Tolmezzo (1.000 dosi), Latisana (2.000 dosi) e Codroipo (2.000 dosi)». Per le vaccinazioni a domicilio sarà fondamentale l'aiuto dei medici di base, che indicheranno i pazienti più fragili.
M.A.

Ultimo aggiornamento: 14:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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