Lo sfogo social di dj Gugly: «Spegnete il cellulare e tornate a sedurre le ragazze»

Domenica 11 Dicembre 2022 di Denis De Mauro
Guglielmo Casadei
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SACILE - Guglielmo Casadei, 24enne sacilese di San Odorico alto quasi due metri, ha scelto la platea social di Facebook per denunciare di essere stufo di contatti, relazioni, amicizie e finanche amori che nascono, vivono e si spengono dentro i sei pollici di uno schermo di smartphone. Troppo poco per un ragazzo che sta diventando uomo e che ambisce ad una socialità più intensa e reale. Quella che forzatamente è più lenta, meno consumistica, perché si crea nel tempo, soprattutto guardandosi in faccia, condividendo sì, ma esperienze reali e non nascondendosi dietro una foto, una emoticon o un cuoricino. La sua è una lettera aperta contro l'eccesso di tecnologia che permea la vita dei suoi coetanei, frasi che ha scritto, dice, non solo come sfogo, «ma anche come monito a me stesso, per evitare di ripetere errori già commessi».

Triste sentirsi nostalgici a 24 anni, ma Gugly, così lo chiamano da sempre, rimpiange una realtà che è solo di ieri, quando «ci si vedeva di persona, al solito posto, che poteva essere un parcheggio, un parco, il bar». E non servivano tanti messaggi per rinnovare quella che era l'abitudine e soprattutto l'amicizia diretta. Abitudini che ormai sembrano preistoria per tantissimi ragazzi perché «oggi invece - denuncia - ci si relaziona soltanto tramite questo marchingegno infernale che tengo tra le mie dita, chiamato cellular». Un processo, questa sorta di auto esclusione dei giovani dalla vita pratica che «ha subito una brusca accelerazione legata anche ai lockdown della pandemia», ma che probabilmente era già in corso da qualche tempo.
Di fatto dopo il covid la vita è ripresa, ma molti giovani non hanno ripreso a viverla, almeno non alla vecchia maniera.

Oggi esistono lo smartphone e al massimo il Pc, con risvolti che forse non tutti i genitori conoscono, come le interminabili sessioni notturne al telefonino. Ancora Gugly: «Adesso si preferisce stare sul proprio letto a chattare scrivendo quei ha ha ha privi di emozione per ore ed ore, anche fino a notte fonda invece che trovarsi di persona a ridere e scherzare». Se per i giovani tutto corre sul filo invisibile della rete, ecco che «cerchiamo anche l'amore sui social, conosciamo le ragazze solo tramite uno schermo piatto privo di sentimento, perché non si può dire ad una ragazza mi piaci solo tramite un messaggio».

Guglielmo la sua scelta, controcorrente, l'ha fatta: Le ragazze vanno sedotte come una volta, si prende il coraggio (che ormai anche quello non esiste più) e si va a parlarle, anziché accontentarsi di diventare dei patetici e smidollati stalker da Instagram. Il 24enne sacilese chiude il suo messaggio al mondo esortando i coetanei a tornare a innamorarsi come succedeva un tempo, con calma, e soprattutto con un contatto diretto, «perchè non c'è cosa più bella che dire quel che si prova alla persona che amiamo. Combatterò questa società che ha reso tutti degli zombi con la testa china su una realtà immaginaria».

Una presa di posizione netta, quella di un ragazzo che non ha certo avuto la più facile delle vite. Guglielmo ha perso il papà quando aveva solo 16 anni; il babbo, noto cuoco, solo 56, vinto da una terribile malattia, ma ha sempre avuto una mamma presente, una sorella vicina e tanti amici intorno: è un ragazzone di un metro e 95 che oggi lavora come falegname, frequenta una palestra, suona alle feste come dj ed è stato anche clown di corsia con lo pseudonimo di Strobo. La sua non è certo la ribellione di un giovane che si sente escluso o non ha dimestichezza con la tecnologia, anzi. Forse è il grido di dolore che covano dentro anche altri ragazzi, giovani da riabituare alla vita vera prima che il metaverso li inghiotta.

    
 

Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 10:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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