Siamo in buona compagnia, ma in questo caso il “mal comune non può essere considerato mezzo gaudio”. Già, perchè se il caso dell’acceleratore lineare per i trattamenti di Radioterapia all’ospedale di Pordenone è talmente vecchio da essere costretti a chiudere il servizio, è altrettanto vero che si tratta solo della punta dell’iceberg. L’apparecchiatura pordenonese, infatti, ha uno stato di servizio che supera i 15 anni, ma c’è subito da dire che nelle strutture sanitarie ed ospedaliere della Regione, più dei 57 per cento delle diagnostiche sono obsolete. Questo significa che - come ha svelato uno studio di Assobiomedica - l’età media dei sistemi di diagnostica per immagini sul territorio (e nel resto della Penisola) è superiore a 7 anni di esercizio, con punte addirittura di oltre 13 anni nel caso di alcune tecnologie.
I NUMERI
L’ASPETTO POSITIVO
Premesso che c’è poco da essere positivi, resta il fatto che la “vecchiaia” dell’apparecchiatura non pregiudica quasi mai l’affidabilità delle analisi. Casomai una tecnologia all’avanguardia consentirebbe non solo una migliore capacità diagnostica, ma anche una maggiore velocità di refertazione, che potrebbe rivelarsi fondamentale Per cercare di affrontare uno dei problemi più annosi: le liste di attesa. In più una tecnologia obsoleta, soprattutto per alcune apparecchiature è limitante nel risultato clinico (non consente di “vedere” bene quello che c’è) ed a volte può persino essere rischiosa per i pazienti e per gli operatori sanitari. Senza contare che un macchinario più vecchio necessità di assistenza e manutenzione decisamente più assidua facendo quindi aumentare i costi di gestione.
IL RADIOLOGO
Fortunatamente, se da un lato la qualità delle immagini e quindi la migliore tecnologia consente senza dubbio una visione più ampia, è altrettanto vero che la capacità professionale del radiologo, le sue conoscenza e l’esperienza sono una garanzia che l’esame venga “letto” correttamente. C’è da aggiungere che il Friuli Venezia Giulia la qualità professionale dei radiologi è particolarmente elevata anche se effettivamente non ce ne sono molti e le scuole di specializzazione ne sfornano troppo pochi.
INVESTIMENTI
C’è da aggiungere che anche grazie al Pnrr il Friuli Venezia Giulia avrà la possibilità di investire diversi milioni di euro sul fronte dell’adeguamento delle apparecchiature mediche per la diagnostica. Non è tutto. In cinque anni l’assessorato su questo specifico settore ha già colmato diverse lacune con almeno un 150 milioni di euro propri destinati alle nuove tecnologie.
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