Il "mostro del Circeo" alla sbarra: «Nessuna calunnia, Rossella uccisa sul Trasimeno»

Sabato 6 Luglio 2019
Il "mostro del Circeo" alla sbarra: «Nessuna calunnia, Rossella uccisa sul Trasimeno»
Angelo Izzo, uno dei mostri del Circeo, condannato a due ergastoli e detenuto nel carcere di Velletri, è intervenuto ieri, in videoconferenza, nell'udienza a porte chiuse avanti il Gup di Perugia, in cui si sta discutendo l'opposizione della famiglia alla richiesta di archiviazione delle indagini sulla scomparsa di Rossella Corazzin, la 17enne friulana, di San Vito al Tagliamento, sparita misteriosamente il 21 agosto 1975 nei boschi del Cadore e mai più ritrovata. All'udienza, Izzo ha confermato le sue dichiarazioni e spiegato che non contengono «nessuna calunnia, ma solo accuse mosse per far emergere la verità» sul presunto sequestro e omicidio di Rossella Corazzin. Il giudice si è riservato di decidere. Angelo Izzo tra il 2015 e il 2016 aveva riferito ai magistrati che tra i delitti commessi dalla banda di dieci criminali romani c'era anche il rapimento, lo stupro e l'assassinio di Rossella Corazzin, che i criminali nell'estate del 1975 avrebbero seguito nei boschi del Cadore, avrebbero rapito «perché vergine» e portata sul lago Trasimeno, dove l'avrebbero violentata in gruppo e uccisa, in una villa di proprietà di Francesco Narducci, il medico perugino coinvolto nelle indagini sul mostro di Firenze. La famiglia di Rossella Corazzin, che scomparve nei boschi mentre era in vacanza con la famiglia a Tai di Cadore, chiede che si approfondiscano le indagini sulle dichiarazioni di Izzo, che però due anni fa furono ritenute inattendibili dalla magistratura perugina.
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Ultimo aggiornamento: 09:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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