Prof non vuole i 500 euro di bonus
Ma non può rispedirli al governo

Domenica 4 Settembre 2016 di Valentina Silvestrini
Il professor De marchi
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PORDENONE - «Quel bonus di 500 euro che mi sono ritrovato in busta paga dal Ministero non lo voglio ma non mi permettono di restituirlo». La paradossale vicenda riguarda Graziano De Marchi, un docente dell'Istituto Comprensivo di Travesio che quando a ottobre dello scorso anno si è visto accreditare il denaro previsto come bonus una tantum per la propria formazione, ha deciso di rifiutarlo.
Si tratta dei cinquecento euro che professori e maestri si sono ritrovati in busta paga per l'anno scolastico 2015-16 e da utilizzare per acquistare libri, tablet, materiali ma anche per andare a teatro, vedere mostre, in sintesi per sostenere l'auto-formazione e aggiornamento.
Una procedura che in questi giorni sta mandando in tilt le segreterie delle scuole tanto che il termine ultimo per la rendicontazione inizialmente previsto per il 31 agosto è stato posticipato al 15 ottobre. De Marchi ha provato rispedire il bonus al Ministero della Pubblica Istruzione: quando ad ottobre si è visto accreditare i soldi, il 47enne docente di educazione motoria all'Istituto Comprensivo di Travesio, originario di Tarvisio, ha deciso di restituirli come forma di protesta contro l'idea stessa di «bonus formazione». A dicembre ha fatto un bonifico alla Banca d'Italia.
A giugno la scoperta che il denaro gli era stato riaccreditato. «Agli sportelli dell'Agenzia delle Entrate mi hanno spiegato che il sistema non prevede l'eventualità che qualcuno rinunci, quindi la restituzione significava o far perdere il denaro, o farselo riaccreditare perché risultavo non beneficiario» commenta De Marchi che tuttavia ha deciso di non desistere. «Sono in contatto con una collega del Lazio che come me non accetta i soldi e sto ragionando sul come fare anche con colleghi della Toscana».
Ma perché quei cinquecento euro De Marchi non li vuole? «Li ritengo un ridicolo insulto secondo un'idea di scuola e formazione che non condivido - spiega - Tanti colleghi hanno investito il denaro per acquistare beni (come ad esempio tablet) cui dovrebbe già provvedere lo Stato o l'Istituto. Tutto il denaro stanziato per il bonus formazione (500 per docente) sommato a quello dei bonus premiali (mediamente 20mila euro a Istituto) lo si sarebbe potuto utilizzare come fondi alle scuole e per migliorare il rinnovo contrattuale, che è di soli 7 euro lordi» spiega il docente. De Marchi è iscritto al sindacato Flc Cgil ed è Rsu all'Ic di Travesio. Insegna dal 2005 e da due anni è entrato in ruolo come docente di sostegno, ma il mondo della scuola lo frequenta da vent'anni quando iniziò come collaboratore esterno.
 
Ultimo aggiornamento: 16:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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