Don Pietro, il prete solo contro il diavolo: «Sempre più gente chiede l'esorcismo, anche per i bimbi»

Mercoledì 15 Marzo 2023 di Denis De Mauro
Don Pietro Cesco mentre celebra la messa degli esorcismi

CORDENONS - Tra la chiesa di Santa Maria Maggiore e la canonica, alla fine di una breve viuzza che sfocia in una cancellata, vive e riceve l'unico esorcista ufficiale della nostra provincia. Si chiama don Pietro Cesco e a 81 anni è ancora un vulcano di energie. Nativo di Savorgnano nel sanvitese, prima di diventare esorcista don Pietro è stato a lungo parroco, anche cappellano degli operai della Zanussi. «Eravamo sul finire degli anni 60 e non tutto ciò che come prete dicevo ai lavoratori piaceva, tanto che alla fine mi invitarono gentilmente a non tornare più in fabbrica».

Come lui, opera nella Diocesi solo un altro esorcista, «ma a San Stino di Livenza, con più parrocchie da seguire. Non può certo fare molto». Don Pietro invece, pur aiutando a Santa Maria Maggiore, riceve molte visite ogni giorno, 3 anche 4. Mostra un'agenda degli appuntamenti molto fitta di scritte e orari. Stima di aver accolto nel suo studiolo cordenonese alcune migliaia di persone, in sei anni di attività. Ma quanti realmente entrati in contatto con il maligno, con la forma più concreta, tangibile del male? «Credo non più di una ventina di casi» su migliaia, e gli altri, cioè la stragrande maggioranza, sono abbagli? «Spesso sono soggetti che hanno estremo bisogno di dialogo, di conforto. Persone disturbate, spesso impaurite, che collegano tra loro semplici coincidenze. Senza dubbio il Covid poi ha notevolmente ampliato questi disagi».

I SINTOMI
Nonostante questa descrizione, don Pietro rinnega l'appellativo di "psicologo religioso" perché vuole sia chiaro: pensare a soggetti psicologicamente disturbati serve solo a chi vuole ridimensionare il fenomeno o fingere che non esista. «Si può distinguere se la persona è depressa, disorientata o in un disordine morale». Quanto lo stato d'animo o i comportamenti della persona arrivata spesso attraverso i famigliari, siano sintomi di una presenza da combattere, don Piero lo capisce dopo alcuni incontri. «Bisogna distinguere - ricorda l'esorcista - l'azione ordinaria del maligno da quella straordinaria. Il diavolo si manifesta in 4 modi: possessione, vessazione, ossessione e infestazione e non c'è mai un caso uguale all'altro». Don Piero conta nella sua esperienza un solo caso di ossessione, gli altri delle prime due categorie, mentre non cita l'ultima e più inquietante. Ma chi arriva da lei? «Persone di tutte le età, perfino bambini, senza distinzione di sesso o di ceto sociale o culturale». Chiarisce: «Non si deve pensare che un esorcismo risolva la situazione guarendo il soggetto. Certe volte per liberare la persona servono anni».

LA BATTAGLIA
Racconta alcuni dei suoi casi e cita una bambina che al tempo aveva solo 7 anni, poi un uomo che si presentò non accompagnato: è piccolo lo studiolo dove i due si incontravano e una volta don Piero dovette fermarlo brandendo il crocefisso. «Non sono un prete che vuole vedere il diavolo dove non c'è», assicura il prete che crede molto in un'altra sua crociata: quella contro maghi, cartomanti, astrologi, la pratica del reiky e quelle di ispirazione orientale, fino all'occulto. Cita le sette sataniche ricordando una giovane strappata ad una di queste dopo un'esperienza di violenza, abusi e sottomissioni. Fenomeni, quelli delle sette, che certo non scopre don Piero e che purtroppo periodicamente riemergono, come in questi giorni, in cui un gatto nero è stato scaraventato fuori da un'auto, nella zona di Puja di Prata, morendo dopo una settimana di agonia e con evidenti segni di indicibili torture. Il cruccio di don Piero è la scarsità: «Mancano esorcisti, siamo non più di una quindicina in tutta la regione. Ne servirebbero molti di più». Ma ci sono cordenonesi venuti da lei per un aiuto? «Certo, anche da Sacile, Udine, Conegliano», risponde fermamente.

    

Ultimo aggiornamento: 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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