Lotterie e gioco d'azzardo: a Pordenone giro d'affari da 350 milioni

Venerdì 6 Gennaio 2017 di Marco Agrusti
Lotterie e gioco d'azzardo: a Pordenone giro d'affari da 350 milioni
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PORDENONE - Santi, poeti, navigatori e ... giocatori d’azzardo. Sono i pordenonesi che nel 2016 hanno rischiato tutto giocando e salendo nelle classifiche nazionali di quanti cercano in una giocata la svolta della vita.
 Il gioco d’azzardo in Italia cresce come un paese del Brics, l’aggolmerato delle nazioni emergenti. E la provincia di Pordenone non fa eccezione. Anzi, in regione solo Udine crea più fatturato a partire dal gioco d’azzardo.
Si parte dal dato nazionale. Se bastasse il gioco d’azzardo il Paese potrebbe finalmente urlare di essersi lasciato alle spalle la recessione. Nel 2016, infatti, il valore complessivo del giro d’affari prodotto da slot, videopoker e affini ha raggiunto la cifra record di 95 miliardi di euro ed è cresciuta dell’8% rispetto al 2015. E Pordenone dove si piazza? Tiene il passo, e chi giornalmente segue da vicino gli effetti delle ludopatie può aggiungere un sacrosanto “purtroppo”. A livello nazionale, infatti, l’incidenza del giro d’affari legato al gioco d’azzardo arriva a toccare il 4,4% del prodotto interno lordo tricolore. A Pordenone, invece, il volume d’affari si ferma (si fa per dire) al 3.96% del prodotto interno lordo provinciale e nel 2016 ha messo in moto un sistema economico a sè stante che ha raggiunto quasi 350 milioni di euro di valore.
Un dato di comparazione per avere l’ordine di grandezza: il fatturato della Friulintagli, la maggiore industria del mobile per numero di addetti in provincia, nel 2015 è stato di circa 400 milioni di euro. Per il gioco il 2016 in provincia ha ottenuto il picco storico, con una crescita annua che supera i 10 milioni di euro. Significa che su slot e scommesse si investe e si spende.
La risposta alla domanda è quasi troppo banale: non ci rinuncia nessuno. E per questo motivo sono andate a farsi benedire praticamente tutte le iniziative messe in campo dagli enti pubblici: locali no-slot, incentivi, campagne mediatiche. Tutto inutile, almeno fino a quando gli incentivi non supereranno i guadagni che garantiscono le slot. 
 Cresce il volume d’affari legato al gioco d’azzardo, gli va dietro la quota di pordenonesi che almeno una volta nella vita ha provato a premere il pulsante di un videopoker. Si calcola che l’abbia fatto almeno un cittadino su quattro, indipendentemente dall’età. C’è poi il lato più oscuro, quello di chi del gioco è rimasto vittima e prigioniero. Nel 2016 sono stati più di 120 i pazienti in cura nell’Azienda sanitaria pordenonese per gli effetti delle cosiddette ludopatie. Molti hanno rischiato o stanno ancora oggi rischiando di giocarsi il futuro di fronte allo schermo piazzato sul retro di un bar. Ma il dato economico ride in faccia anche alla malattia.
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