Oncologia, per le attese al Cro ci sono più ombre che luci: problemi per le diagnostiche a Pordenone e cresce anche la fuga

Martedì 17 Ottobre 2023 di Loris Del Frate
Il CRO di Aviano e Riccardo Riccardi

PORDENONE/UDINE - Non ci sono ancora segnali chiari che l’iniezione di 10 milioni di euro voluta dall’assessore alla Sanità, Riccardo Riccardi (in foto), stia dando risultati sul fronte dei tempi di attesa della salute. Anche il mese di settembre, infatti, anche se i dati delle varie aziende non sono ancora completi, ha indicato una inversione di tendenza sul fronte delle attese. Se per alcuni esami specifici che effettivamente ad agosto (e durante i mesi precedenti) avevano dato indicazioni effettivamente lunghe, stiamo sempre parlando delle attese per le prestazioni di carattere “B”, ossia quelle brevi che devono essere smaltite in dieci giorni, ci sono stati dei riscontri che hanno indicato un leggero miglioramento della situazione, ce ne sono stati poi degli altri che hanno invece peggiorato i tempi. Segno che - se mai ce ne fosse stato bisogno di dimostrarlo - la coperta è decisamente corta e tirando da un parte si scopre dall’altra. Resta il fatto che la “cura” di inserire un numero maggiore di strutture private convenzionate nelle quali poter andare a fare esami e visite specialistiche per sgravare il pubblico, per adesso non ha sortito gli effetti sperati. Per il Cro, soprattutto per quegli esami che vengono svolti al santa Maria degli Angeli.

IL CENTRO ONCOLOGICO

La tabella pubblicata indica una serie di prescrizioni che vengono svolte al Cro di Aviano, il Centro di riferimento oncologico e sono di fatto tutte indagini per le quali c’è un sospetto di avere una malattia grave.

Non a caso - sempre nella tabella - vengono indicate solo prescrizioni con indicazione “B”, ossia un tempo massimo di attesa di 10 giorni. Segno che lo stesso medico di base o lo specialista ha indicato tempi brevi per gli approfondimenti. Ebbene, guardando nel complesso le attese all’istituto oncologico avianese si può dire che ci sono luci e ombre. In generale i tempi di attesa non sono brevi, ma se si prendono alcune attività si nota subito che si sta all’interno dei 10 giorni di attesa cosa che, salvo una o due specialità, non capita per le attese del Santa Maria degli Angeli, ma neppure dell’ospedale di Udine. In più sono calati i tempi di attesa - e questa è una cosa positiva - per le visite oncologiche che oggi vanno da un minimo di due a un massimo di 4 giorni di attesa al Cro di Aviano.

PUNTI DOLENTI

Meno bene, invece, vanno le cose per alcune diagnostiche per immagini, segno che in primo luogo c’è un gran numero di prescrizioni e tante persone che vogliono fare gli accertamenti dal Cro perchè si fidano, dall’altro resta invece il fatto che manca personale, medici (radiologi in particolare), ma anche tecnici di laboratorio e infermieri. In più, cosa non da poco, il blocco che era stato determinato dalla pandemia Covid non è ancora stato recuperanti. Anzi - spiegano dal Movimento 5Stelle - gli ultimi dati darebbero per il Friuli Venezia Giulia un segnale negativo. In pratica - sempre secondo il Movimento di Conte - saremmo tra le regioni con il maggior ritardo in assoluto. Numeri che la Fondazione Gimbe aveva già segnalato lo scorso maggio, ma che da allora non avrebbero avuto un deciso miglioramento. Anche per questo, con l’assestamento di bilancio dello scorso luglio, era stata inserita questa iniezione di 10 milioni per dare una scossa, cosa che ancora, però, non è arrivata.

LA FUGA

Ovviamente i conti si faranno alla fine dell’anno, visto che ci sono ancora alcuni mesi prima di chiuderli, ma sembra che - almeno per quanto riguarda la sanità pordenonese - si possa registrare come l’anno in cui si è registrato il maggior numero di fuga verso le strutture del Veneto. In questo conto rientrerebbe anche il Cro di Aviano che - pur restando un fiore all’occhiello della sanità regionale e nazionale - avrebbe perso parte della sua attrazione. Come dire che i veneti, soprattutto quelli della fascia che arriva sino a Treviso, dopo decenni nei quali avevano il Cro come indicazioni per le patologie oncologiche, oggi stanno scegliendo Padova che ha differenziato sul territorio le specialità.

Ultimo aggiornamento: 11:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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