Casa, scuola e alpinismo: tre grandi famiglie nel dolore per la scomparsa di Vanni Perosa, "il prof col sorriso"

Sabato 29 Luglio 2023 di Cristina Antonutti
Casa, scuola e alpinismo: tre grandi famiglie nel dolore per la scomparsa di Vanni Perosa, "il prof col sorriso"

PORDENONE - Il prof con il sorriso, l'alpinista che aveva esplorato ogni angolo del gruppo del Cavallo e delle Dolomiti Friulane.

L'appassionato di montagna con la Valcellina nel cuore e il socio del Cai che garantiva la sicurezza nella palestra boulder, nell'ex fiera di via Molinari. Vanni Perosa, 62 anni, ingegnere di elettrotecnica che insegnava all'istituto Kennedy, aveva tre grandi famiglie. Quella costruita con amore assieme alla moglie Caterina De Lorenzo Buffolo gli aveva dato la gioia di diventare padre di Marco, dipendente della Cimolai, di Nadia, studentessa di Psicologia a Berlino e di Daria, mancata alcuni anni fa. Poi c'era quella, immensa, del mondo della scuola. Infine, quella che aveva formato calpestando creste e risalendo pareti verticali. L'ultima via, sul Crodon di Brica, preparata con la solita cura assieme al compagno di cordata Luigi Marson, ex insegnante del Kennedy, gli è costata la vita.


Passione e preparazione

«Avevano valutato tutto - spiega la moglie Caterina - e si erano dotati di tutta l'attrezzatura necessaria. In quella zona il telefonino non ha campo, mi aveva detto di non preoccuparmi». I due alpinisti hanno raggiunto Cason di Brica mercoledì, un luogo selvaggio e poco frequentato. Si sono sistemati nel bivacco e hanno ispezionato la via di III e IV grado che avrebbero percorso l'indomani. Entrambi con alle spalle corsi di arrampicata, esperienza e allenamenti in falesia, hanno scelto un'ascensione perfettamente alla loro portata. A tradire Perosa è stata una scarica di sassi attorno alle 10 del mattino. A intercettare le grida d'aiuto è stato un escursionista che si trovava al Cason di Brica e che verso le 13 è riuscito a raggiungere il rifugio Pordenone, da dove è stata lanciata la richiesta di soccorso. «Non era una via difficile - conferma Lorenzo Marcon, presidente del Cai di Pordenone - L'ambiente è severo, la roccia spesso è friabile e come accade spesso nelle nostre montagne le scariche di sassi sono frequenti».


Un punto di riferimento

L'incidente ha profondamente scosso i soci del Cai. Perosa, iscritto di vecchia data, era l'«apritore» della palestra boulder di Pordenone. Vigilava sulla sicurezza e senza lui la palestra non poteva essere aperta. «Tutti hanno imparato dai suoi consigli - ricorda Marcon -. Era una persona solare e sempre sorridente. La notizia della sua scomparsa lascia increduli e affranti i tanti soci della nostra Sezione che hanno avuto la fortuna e il piacere di conoscerlo. Un uomo gentile, sempre generoso del suo tempo e del suo sorriso che non aveva mai smesso di regalarci nemmeno in seguito alle difficili prove cui la vita lo aveva sottoposto. La sezione di Pordenone perde un volontario prezioso e un amico sincero, alla famiglia vanno il nostro affetto e condoglianze».

Le passioni

Vanni Perosa abitava in via Maniago a Pordenone, una casa dove tutto parla delle sue passioni. La moglie Caterina, anche lei appassionata di montagna, ricorda il periodo in cui ha cominciato ad appassionarsi ai monti, le escursioni in Valcellina e nelle Dolomiti Friulane. «Conosceva bene anche il Comelico - afferma -. Quando andavamo a trovare mia madre arrampicava anche in quella zona. Amava molto anche le cime del Sappadino». Era un appassionato di fotografia che ha potuto regalarsi scatti memorabili di paesaggi di una bellezza sconfinata, spesso ostici e quasi inaccessibili come quelli della Val Cimoliana, dai quali si era spinto fino al Crodon di Brica, nel territorio fornese.

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