Addio a Luigino Cao, fondatore dell'associazione Aquilone: una vita dedicata ai malati di Parkinson

Giovedì 18 Gennaio 2024 di Riccardo Saccon
Addio a Luigino Cao, fondatore dell'associazione Aquilone: una vita dedicata ai malati di Parkinson

FONTANAFREDDA (PORDENONE) - Oggi l'ultimo saluto a Luigino Cao nella Casa degli Angeli a Sacile. Scomparso lo scorso 15 gennaio, a 77 anni, è ricordato soprattutto per il suo lungo impegno a fianco della moglie Lina Giust e l'Associazione Parkinsoniani Pordenone onlus l'Aquilone.

Assieme a Lina ne era stato socio fondatore sua la scelta del nome - guidando poi l'associazione per oltre 10 anni, nata e voluta per dare voce e aiuto ai pazienti e ai loro familiari. Da 28 anni Lina Giust porta il peso di questa malattia neurodegenerativa e Luigino le è sempre stato accanto. Assieme hanno combattuto per avere diritti, assistenza e aiuto, avviando - come ricordano la presidente Mirella Santarossa e la coordinatrice Ursula Favro - le prime convenzioni per la riabilitazione e avviando gli approfondimenti medici e il sostegno psicologico.

«Non stava bene da agosto - racconta la figlia Katia -; era molto affaticato. Il 1 gennaio il ricovero. Le condizioni erano apparse subito molto gravi. Voglio ringraziare tutti, infermieri e medici. Lo hanno trattato davvero come fosse stato il loro papà. Lui era un paziente modello, ma loro hanno saputo dimostrare che in quei reparti di terapia intensiva a Pordenone c'è tanta umanità e capacità. Hanno fatto tutto quanto in loro potere, sapendo fermarsi al momento necessario».

Luigino era originario di Caneva, di Stevenà e lì aveva ancora molti legami. Aveva imparato a fare il falegname già dall'età di 11 anni. Una passione diventata anche un lavoro, vincendo un concorso, all'Ospedale civile di Pordenone. Da alcuni decenni si era trasferito a Fontanafredda. Assieme al figlio Ivan aveva aperto anche una delle prime pizzerie d'asporto, l'Arcadia, a Talmasson. «Aveva un'anima empatica con la natura e passava molto tempo a Barcis». Era un comunista convinto come ricorda anche Franco Anese. «Abbiamo fatto lo stesso cammino. Partito comunista, sindacati e seguito le evoluzioni del partito. Era una persona con cui era facile collaborare, ti era a fianco. Faceva le sue battaglie, un vero militante, impegnato, e credeva in quello che faceva».
 

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