PORDENONE - Lo ha contattato su Instagram. Bella e seducente, lo ha convinto fare una videochiamata, poi l’incubo del ricatto.
La vicenda
Tutto nasce su Instagram. La ragazza lo contatta. Comincia la videochiamata, ma il 17enne non si accorge che l’interlocutrice lo sta filmando. Lei lo induce a spogliarsi, poi tutto si interrompe e cominciano ad arrivare messaggi minatori: «Se non paghi le tue immagini finiranno sui social». Per bloccare la diffusione del video viene chiesto un acconto di 500 euro, poi altri 2.800 euro da saldare nel giro di due giorni. Disperato, il 17enne trova il coraggio di parlarne con il padre, che lo porta subito dai carabinieri, perché ha capito che se non paga le immagini non verranno mai diffuse, altrimenti i ricattatori non avranno più alcun oggetto di scambio.
Le indagini
Gli accertamenti degli investigatori hanno come punto di partenza una carta PostePay e un codice Pin, ovvero le indicazioni fornite per versare il denaro. È una carta che porta a Kouko. Fermato in aeroporto a Firenze, mentre rientrava da un viaggio a Parigi, il giovane viene trovato in possesso delle credenziali della carta PostePay in cui dovevano arrivare i soldi chiesti al 17enne della provincia di Pordenone.
Il fenomeno
I casi di estorsione a sfondo sessuale sono in aumento anche nel Pordenonese. La Procura sta gestendo numerosi fascicoli processuali, a conferma che la trappola sul web è sempre tesa. Si chiamano sex extortion e ha due tipologie: una tipicamente domestica, che vede protagoniste coppie che si separano, con uno dei partner che diffonde sul web immagini intime dell’ex per pura ripicca; l’altra riguarda invece persone che non si conoscono e che entrano in contatto occasionalmente attraverso i social. Gli adescatori avvicinano le loro vittime con frasi e battute normali, una volta carpita la fiducia delle vittime, fingendo addirittura di aver instaurato un legame sentimentale, tendono l’esca. Non appena il legame si fa più intimo, l’estorsione invita la vittima a mandargli foto o video che lo ritraggono in atteggiamenti ambigui, pose sexy o in situazioni equivoche. Sono queste immagini che fanno credere all’adescatore di avere il coltello dalla parte del manico e di poter chiedere denaro. In realtà, nel momento in cui la vittima si sottrae ai ricatti e denuncia, per l’estorsore viene a mancare ogni possibilità di trattativa.
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