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Zml, piano di rilancio, ma ci sono 90 esuberi (70 addetti alla ghisa)

Nordest > Pordenone
Mercoledì 13 Gennaio 2021 di Davide Lisetto
Piano di rilancio con 90 esuberi per la Zml di Maniago

MANIAGO Un piano di rilancio aziendale che prevede investimenti ma anche pesantissime ricadute occupazionali. La Zml di Maniago, storica azienda metallurgica del Gruppo Cividale, ha presentato ieri la ricetta che punta a incrementare la competitività ma che comporterà una novantina di esuberi tra i circa cinquecento dipendenti. L'obiettivo della società è migliorare la competitività e aumentare la marginalità sui prodotti, in particolare, nel reparto della ghisa. Quello che negli ultimi anni ha mostrato maggiori difficoltà rispetto agli altri due ambiti in cui è organizzata la fabbrica, alluminio e rame. Netta l'opposizione del sindacato ai pesanti tagli occupazionali. «Si tratta di un sacrificio pesantissimo. Non firmeremo licenziamenti. È necessario - hanno posto i primi paletti ieri Fim, Fiom e Uilm - aprire un confronto serio che riduca al minimo gli esuberi e che preveda un piano di ricollocamento per chi eventualmente resterà fuori».

LA STRATEGIA Il piano del friulano Gruppo Cividale per la Zml (la vecchia Zanussi Metallurgica ceduta da Electrolux già negli anni 90 a un fondo Usa e poi passata di mano) prevede quasi 17 milioni di investimenti. Soldi sull'automazione che riguarderanno soprattutto il reparto della ghisa: i tradizionali forni di vecchia generazioni saranno sostituiti da forni innovativi a minore emissione di Co2. Ma i nuovi macchinari saranno in grado di garantire prodotti con maggiore marginalità, soprattutto componenti per l'automotive. Più automazione, più margini di guadagno, ma minori volumi. Tradotto: 70 posti di lavoro in meno proprio nel reparto della ghisa. Nella fonderia si passerà infatti da tre a due soli turni. Una ventina gli altri esuberi previsti dal piano nelle aree dell'alluminio (10) delle lavorazioni del rame (4) e tra gli impiegati di staff (5). Complessivamente gli esuberi saranno 89, sui 505 dipendenti attuali. Le intenzioni dell'azienda sono di sviluppare il piano nel prossimo biennio, cioé entro il 2022. Non è escluso l'utilizzo della cassa integrazione straordinaria come ammortizzatore sociale. Che la situazione alla Zml, soprattutto nella divisione della ghisa, non fosse positiva i lavoratori lo avevano intuito da tempo. Negli ultimi anni l'utilizzo della cassa integrazione, nella fonderia, era stato molto frequente. Già prima dell'arrivo dell'emergenza Covid. Non è un caso, infatti, se già oltre quattro anni fa le organizzazioni sindacali avevano più volte posto alla direzione aziendale e ai vertici del gruppo industriale la questione legata alla necessità di investimenti affinché venissero migliorate le performance sui prodotti. L'azienda è specializzata nella realizzazione di componenti per i settori dell'auto e dell'elettrodomestico. Ed è in quest'ultimo comparto che - a causa di una serie di dinamiche legate al mercato dell'elettrodomestico - la competitività era venuta meno.

IL SINDACATO «Forse se gli investimenti fossero stati previsti qualche anno fa avremmo potuto salvare maggiori quote di volumi e dunque di posti di lavoro», sottolinea Denis Dalla Libera della Fim-Cisl. Il piano è stato presentato ora e dunque adesso inizierà un confronto. «È necessario - sottolineano le organizzazioni sindacali dei meccanici - che l'azienda si sieda al tavolo e che discuta come ridurre al minimo l'impatto occupazionale. Non firmeremo accordi se non sulla base della volontarietà». Intanto ieri è stata firmata la cassa Covid fino a fine marzo. 

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