Dopo il lockdown volano gli ordini per piscine e idromassaggi

Giovedì 9 Luglio 2020 di Davide Lisetto
Una piscina all'aperto
PORDENONE - È boom di richieste di mini-piscine e di grandi vasche idromassaggio da esterno e le aziende che producono stanno riempiendo il portafoglio ordini. Tanto da dover ridurre il periodo di ferie estive. Alla Jacuzzi di Valvasone la direzione aziendale e il sindacato stanno discutendo di come “spalmare” soltanto due settimane di stop produttivo (solitamente erano tre, in alcuni anni sono state anche quattro) in modo da garantire la produzione di mini-piscine destinate soprattutto al mercato di alcuni Paesi europei come Regno Unito e Francia. Ma anche alla Albatros di Spilimbergo (dove l’attività è ripartita con l’antico marchio due anni fa) non riescono a rispondere all’esplosione della domanda di mini-piscine.

PISCINA IN GIARDINO
L’impennata di richieste è legata all’emergenza sanitaria da Covid-19 e all’impossibilità in molti casi di viaggiare per vacanza in luoghi esotici o di villeggiatura. Con il rischio di pandemia meglio organizzarsi e allestirsi la mini-piscina o la maxi-vasca in giardino o in terrazzo. È chiaro che stiamo parlando di prodotti di lusso e di fascia alta destinati a case e ville di un certo tipo. Ma evidentemente il mercato non manca, soprattutto in alcuni Paesi europei. Alla Jacuzzi di Valvasone – brand leader in Europa e secondo in Usa, acquisito all’inizio dell’anno scorso dal fondo italiano Investindustrial che fa capo all’imprenditore milanese Andrea Bonomi – inizialmente l’azienda aveva manifestato la necessità di una fermata per le ferie agostane di una sola settimana anziché le tre tradizionali. Poi si è passati a discutere di due settimane. «La proposta – spiega Denis Dalla Libera, sindacalista Fim-Cisl – è di articolarle tra luglio e agosto. Auspichiamo di trovare l’intesa che possa essere funzionale per l’azienda che deve rispondere a un incremento di domanda e ai lavoratori». Il boom di richieste riguarda proprio le mini-piscine – sia per abitazioni private che per hotel – sulle quali la Jacuzzi da anni ha puntato molto: oggi quel tipo di prodotto copre quasi il 90 per cento della produzione, mentre il resto riguarda le vasche, i box doccia e le mini-spa. L’incremento di richieste arriva dopo anni in cui l’azienda ha subito i contraccolpi delle crisi internazionali dell’ultimo decennio. «Basti pensare – aggiunge Dalla Libera – che nel 2007 i dipendenti erano oltre 300, mentre oggi siamo a circa 135. L’auspicio è che questa ripresa degli ordinativi possa proseguire. Ormai per quest’anno è difficile pensare a nuove assunzioni poiché la “stagione produttiva” per l’azienda inizia verso aprile, periodo in cui il nuovo personale dovrebbe essere addestrato e formato. Il calendario di quest’anno è stato sballato da lockdown, ma l’auspicio è che con la prossima primavera possa esserci un turnover nella manodopera con l’inserimento di nuove figure professionali». Insomma, la super-domanda di mini-piscine fa ben sperare in quello che è il maggiore degli otto siti produttivi mondiali del colosso Usa Jacuzzi.

PIÙ RICHIESTE
La musica non cambia di molto anche alla Albatros di Spilimbergo. L’azienda è ripartita due anni fa sotto la guida del gruppo industriale guidato da Gerardo Iamunno. «L’effetto dell’emergenza sanitaria – sottolinea l’imprenditore – dopo il lockdown ha fatto letteralmente esplodere la domanda di mini-piscine anche sul mercato italiano. C’è sempre voglia di installarsi la piccola piscina in giardino». E la più “gettonata” di Albatros è proprio una mini-pool – firmata dal designer Claudio Papa che collabora con l’azienda fin dagli esordi – che nasconde alla vista tutte le parti meccaniche dell’idromassaggio per lasciare spazio solo alle forme e al materiale quasi vellutato della maxi-vasca per l’outdoor.
Ultimo aggiornamento: 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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