Guerra in Ucraina, non arrivano i materiali e la Zml di Maniago spegne i forni: 250 persone in cassa

Sabato 5 Marzo 2022 di Davide Lisetto
La Zml di Maniago

Mancano alcuni materiali fondamentali per fondere la ghisa che provengono dall’Ucraina.

E i costi energetici per alimentare la fonderia dello stabilimento tre i più “energivori” del Pordenonese sono ormai insostenibili. Impossibile continuare a tenere accesi gli altoforni e a produrre. Ieri mattina la direzione della Zml di Maniago (azienda del Gruppo Cividale guidata da Chiara Valduga) si è vista costretta a comunicare alle rappresentanze sindacali lo stop immediato delle macchine nel reparto della ghisa. Tradotto: 230 dipendenti dello storico stabilimento maniaghese (sui complessivi 450) da lunedì saranno a casa. Per loro scatterà la cassa integrazione ordinaria. Intanto per una settimana. Poi si vederà. Troppe le incertezze del momento per fare previsioni che vadano oltre. La produzione, almeno per il momento, continuerà invece negli altri due reparti della fabbrica, quello dell’alluminio e quello del rame. Gli effetti della guerra in Ucraina con il blocco delle esportazioni di acciaio e materiai legati alla metallurgia, dopo il Gruppo Pittini di Osoppo, ha colpito anche l’industria metallurgica più importante del Friuli occidentale. Nata diversi decenni fa nella galassia della Zanussi, proprio per la produzione di componenti dell’elettrodomestico.


LA FERMATA


A fermarsi è il “cuore” della fabbrica, l’area della fonderia dove si producono stampi e componenti in ghisa oggi destinati in modo particolare al settore dell’automotive. Tra i clienti della società ci sono anche i maggiori marchi automobilistici tedeschi. A mancare sono proprio alcuni materiali che la ghisa contiene: oltre al ferro e al carbonio anche il silicio e il manganese e altri materiali fondenti. Ed è proprio l’Ucraina uno dei maggiori esportatori. «Inoltre - come hanno riferito ieri fonti sindacali - sono anche i costi alle stelle dell’energia che hanno spinto l’azienda a spegnere le macchine. La sola bolletta dell’energia elettrica è passata dai 400 mila euro del gennaio 2021 a un milione e 400 mila del gennaio di quest’anno. Il rischio è di produrre in perdita».


IL PIANO


Proprio il reparto che si è fermato è al centro di un piano di riorganizzazione aziendale partito nel giugno dell’anno scorso. Il piano biennale (probabilmente la situazione attuale comporterà un rallentamento) 17 milioni di investimenti per cambiare i forni sostituendoli con impianti più sostenibili dal punto di vista energetico e ambientale. Previsti anche 60 esuberi gestiti però con l’utilizzo della cassa integrazione straordinaria per tutti i dipendenti a rotazione. L’accordo prevede che al termine del piano non scatteranno automaticamente i licenziamenti nel caso ci fossero ancora eccedenze di personale. Previsti anche incentivi di accompagnamento per due anni destinati ai lavoratori che andranno in Naspi e sono più vicini alla pensione. Inoltre, incentivi fino a 30 mila euro per i lavoratori che dovessero decidere volontariamente di lasciare la fabbrica. Il piano del Gruppo Cividale per Zml punta su più automazione, più margini di guadagno, ma minori volumi. Meno di due anni per riorganizzare la fabbrica. Nella fonderia si passerà infatti da tre a due soli turni. Ma ora le pesanti conseguenze del conflitto ucraino peseranno anche sul futuro del piano di Zml.

Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 10:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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