Tre magici giorni in Friuli Venezia Giulia, protagonisti in corsa i beniamini Cimolai, Fabbro e Venchiarutti

Venerdì 21 Maggio 2021 di Nazzareno Loreti
Tre magici giorni in Friuli Venezia Giulia, protagonisti in corsa i beniamini Cimolai, Fabbro e Venchiarutti

UDINE - Ci siamo. Il Giro d'Italia entra in Friuli Venezia Giulia con tre frazioni divise tra Carnia, Collio, Pedemontana pordenonese e Altolivenza, con tre corridori della regione grandi protagonisti: Davide Cimolai (Israel Start-Up Nation), Matteo Fabbro (Bora-Hansgrohe) e Nicola Venchiarutti (Androni Sidermec). Oscar della sfortuna ad Alessandro De Marchi (Israel), che ieri ha lasciato la corsa per una brutta caduta. Finito a terra nell'incidente che ha coinvolto anche Kobe Gossens (Lotto Soudal), l'ex maglia rosa è rimasto steso sull'asfalto per alcuni minuti, prima di essere soccorso dal servizio medico di gara, finendo la giornata all'ospedale. Dopo l'incidente è sempre rimasto cosciente, ma ha riportato un forte trauma toracico, una frattura alla clavicola e altre botte: inevitabile il ritiro. Tornando alla sfida, si comincerà domani, sabato 22 maggio, con la Cittadella-Zoncolan, per proseguire domenica 23 maggio con la tappa tutta regionale Grado-Gorizia e chiudere lunedì 24 maggio con il via da Sacile del tappone dolomitico, con lo striscione posto a Cortina. Un evento straordinario: saranno collegati, attraverso i vari media, 180 Paesi del mondo.

Per il pubblico locale vigono in ogni caso regole rigide, non soltanto lungo il tracciato ma anche alle partenze e agli arrivi. Per questo gli organizzatori hanno tenuto una triplice riunione con le Prefetture di Gorizia, Udine e Pordenone, considerando la situazione epidemiologica. L'afflusso nei luoghi clou del percorso sarà contingentato per garantire la sicurezza di tutti, spettatori e partecipanti alla manifestazione.

VETERANI
L'attesa è in ogni caso ancora maggiore considerando che, per la prima volta in 104 edizioni, stanno partecipando alla corsa da protagonisti i corridori friulani, che fino a ieri erano in 4: tre ex Cycling Team Friuli e un ex Fontanafredda. Un numero mai raggiunto prima alla corsa rosa. Sfortunatissimo Alessandro De Marchi, classe 1986. Il Rosso di Buja, professionista dal 2011, già vincitore di tre tappe alla Vuelta in Spagna, aveva indossato la maglia rosa al termine della quarta tappa, la Piacenza-Sestola di 187 chilometri. Il 34enne dell'Israel Start-Up Nation nel frangente era stato il principale protagonista, insieme a Joe Dombrowski (vincitore della frazione), di una lunga fuga che gli ha meritato la mitica casacca di leader. «È il premio per i mille tentativi e i tanti sacrifici fatti in 11 anni di carriera - ha ricordato commosso De Marchi, subito dopo l'impresa -. Già da qualche giorno pensavo a questa possibilità e alla fine sono riuscito a realizzare l'aspirazione. Per me vale sempre la vecchia regola di non mollare mai. Del resto, questo traguardo lo sognavo fin dall'infanzia». Ieri la doccia fredda. Anche Davide Cimolai ha lasciato già il segno in questa edizione della sfida internazionale più amata. Il campione di Vigonovo di Fontanafredda, che tra pochi giorni diventerà papà di una bambina, si è rivelato il miglior velocista italiano del Giro, con due secondi posti nelle frazioni di Canale e Termoli e un terzo a Foligno. «Mi sarebbe piaciuto moltissimo vincere una di quelle tappe. Comunque sono soddisfatto di come stanno andando le cose finora al Giro - sostiene il professionista cresciuto nella Sc Fontanafredda -. Penso ci siano ancora due opportunità di sprint prima dell'epilogo e spero davvero di poter conquistare un traguardo, magari nella mia regione». Il riferimento è proprio quello del segmento isontino, adatto alle capacità tecnico-agonistiche di Cimolai. Davide, classe 1989, in forza al team Israel Start-Up Nation è professionista dal 2010 e ha già partecipato - oltre che al Giro - al Tour de France e alla Vuelta.

RAMPANTI
Poi c'è Matteo Fabbro, nato nel '95, del team Bora-Hansgrohe. Pro dal 2018, aveva già ottenuto la 23. posizione nella scorsa edizione. Il campione di Codroipo è uno dei pochi italiani che potranno ben figurare nella tappa di domani sullo Zoncolan. Il suo problema principale è che corre in una squadra che ha il leader nel tedesco di Ravensburg, Emanuel Buchmann, e lui è costretto a fare il gregario. Non solo: ha dovuto aiutare nelle frazioni più complesse anche il velocista Peter Sagan. L'ex scalatore del Cycling Team Friuli quest'anno è già stato protagonista alla Tirreno - Adriatico, con la quinta posizione finale, e al Tour of the Alps (dodicesimo), sfoggiando un'ottima condizione. Il 22enne Nicola Venchiarutti difende i colori dell'Androni Sidermec. Per ora si è fatto notare in alcune fughe, ma il suo principale obiettivo è fare esperienza. Al Giro di Turchia, nella frazione Beysehir - Alanya di 212 chilometri, fu promotore di un'iniziativa a quattro che animò quasi tutta la gara. Alla fine venne recuperato dal gruppo quando al traguardo mancavano solo 15 chilometri. Anche l'osovano ha indossato con successo da dilettante la maglia del Cycling Team Friuli.

SENZA CONFINI
Nel 2025 Nova Gorica e Gorizia diventeranno, unite, la capitale europea della cultura. Un bell'esempio di convivenza fra popoli diversi, che anche il Giro d'Italia intende omaggiare con la tappa di domenica che sconfinerà tra l'Isontino, il Collio e la Slovenia. Quanto sembrano lontani i tempi infausti dell'immediato secondo Dopoguerra, caratterizzati dalle forti frizioni politiche fra l'Italia e l'allora Jugoslavia. Miracoli dello sport, di una disciplina popolare come il ciclismo. 
Rimane l'alone d'incertezza determinato dall'epidemia di Covid-19, con regole ferree per arrivi (Zoncolan e Gorizia) e partenze (Grado e Sacile), bolle, distanziamenti, quantità di spettatori sul tracciato e altro ancora. Ma non per questo, la Grande corsa perde la sua magia.

Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 09:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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