Nuova indagine sulle fontane di Pordenone: la maggior parte eroga acqua non potabile. Ecco la mappa

Lunedì 9 Agosto 2021 di Alberto Comisso
Una fontana
1

PORDENONE - I dati non sono per nulla confortanti e fotografano, ancora una volta, una situazione nota da tempo e, allo stesso tempo, preoccupante: l’acqua che sgorga da fontane e lavatoi pubblici di Pordenone non è potabile.

Nulla di nuovo, quindi, rispetto alle ultime analisi che il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale aveva effettuato prima di uscire con il nuovo bollettino. 


I DATI


La situazione è rimasta pressoché la stessa: se prima da 38 tra fontane e lavatoi presenti in città da 27 non usciva acqua potabile, adesso sono 12 i siti in cui l’approvvigionamento è consentito. Ovviamente senza incorrere in rischi per la salute delle persone. Ad ottenere la potabilità dell’acqua la fontana di via Amalteo (tra i civici 15 e 17 del quartiere di San Gregorio), del lavatoio di via Vecchia di Corva (vicino al civico 18), del lavatoio di via Villanova di sotto (vicino a villa Cattaneo), di quelli che si trovano a Vallenoncello in via Cadel 14 (erogatore sinistro) e in via Valle (civico 44, erogatore destro). A Borgomeduna disco verde per le fontane in via Udine (vicino alle scuole elementari), via Mantegna (vicino al civico 50) e per il lavatoio di via Meduna (vicino al civico 38). A Torre via libera per il lavatoio vicino al civico 36 di via Baracca e per quello al 3 di via Monte Grappa, mentre nella zona centrale della città la potabilità è stata data alla fontana di piazza San Marco. 


LE SOSTANZE


Ammonio e ferro, in particolare, hanno spinto l’AsFo a non concedere la potabilità agli altri lavatoi e fontane. In città continua inoltre ad esser presente l’atrazina. Una sostanza inquinante, che deriva da erbicidi il cui uso è stato vietato più di 20 anni fa, la cui presenza continua ad essere riscontrata in diversi pozzi privati della zona centrale, dai quali i condomini non ancora collegati all’acquedotto continuano a prelevare l’acqua. Le concentrazioni della Dact (diaminclorotrazina, metabolita dell’atrazina) non superano i livelli di guardia. A Pordenone ci sono ancora diversi condomìni che non sono allacciati alla rete idrica dell’acquedotto. Una percentuale che oscilla il tra il 30 e il 40 per cento. I pozzi dai quali prelevano l’acqua dovrebbero essere analizzati almeno una volta l’anno. Ma questo non sempre avviene ed è a svantaggio dei cittadini che hanno il diritto di sapere la qualità dell’acqua che bevono. Dal canto loro gli amministratori avrebbero l’obbligo di effettuare periodicamente le analisi. Un problema, la contaminazione dell’acqua, che potrebbe essere risolta con l’allacciamento alla rete. La questione, più volte sollevata anche da Hydrogea, è sempre la stessa: la qualità dell’acqua di acquedotto non è superiore rispetto a quella che viene prelevata dai pozzi artesiani ma almeno c’è un controllo pressoché costante sulla sua potabilità. Nel 2019 erano state chiuse venti fontane su tutto il territorio comunale. Il motivo? Era stata riscontrata una contaminazione. L’agente che era stato rintracciato dai tecnici che avevano svolto le analisi era riconducibile ai trattamenti che si effettuano normalmente in agricoltura. Pesticidi, insomma, che minano costantemente la potabilità dell’acqua. Inquinanti purtroppo (spesso) presenti e non è facile eliminarli del tutto, dal momento che i continui trattamenti rischiano costantemente di infettare le falde. E, in effetto, l’esito delle ultime analisi effettuate è stato chiaro: l’acqua che esce dalla maggior parte di fontane e lavatoi cittadini non è potabile. A questo punto o pordenonesi si mettano il cuore in pace: dovranno attendere ancora del tempo prima di tornare a berla in tutta tranquillità. 

Ultimo aggiornamento: 08:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci