Crollo dei mercati, il Friuli perde l'estero: bruciato oltre un miliardo

Mercoledì 13 Dicembre 2023 di Antonella Lanfrit
Container al porto di Trieste

PORDENONE-UDINE - A Nordest e in Italia l'export ha tenuto nei primi 9 mesi dell'anno, mentre in Friuli Venezia Giulia il rallentamento del manifatturiero evidenziato nel corso dei mesi presenta il conto: le esportazioni sono calate, infatti, del 7,4%, pari a un miliardo e 200 milioni. Pesa poco la cantieristica su questo cedimento perché, anche depurato di quel settore, l'export regionale flette del 6,5 per cento. Contribuiscono a questa flessione tutte le province, seppure Udine e Pordenone con una percentuale leggermente inferiore rispetto al resto, pari al -4,1% e al -4,3 per cento. Trieste cala, invece, del 14,1% e Gorizia del 9,3 per cento.

A generare una tale performance, soprattutto l'esportazione di metalli di base, che comprendono anche la siderurgia, e il comparto dei mobili, che in nove mesi hanno perso rispettivamente il 16% e il 10,5 per cento. Cresce, invece, l'export delle apparecchiature, +13,6% rispetto ai nove mesi del 2022, e dei prodotti alimentari e le bevande, con un +8,1 per cento.

L'ANALISI
È la sintesi che ha tracciato ieri, rielaborando dati Istat, il ricercatore dell'Ires Fvg Alessandro Russo. A calare è il valore dell'insieme dei beni esportati, un canale di vendita sul mercato estero che per il Friuli Venezia Giulia vale circa 15 miliardi. A Nordest, invece, il Trentino-Alto Adige cresce del 2,5%, l'Emilia Romagna del 1,4% e il Veneto dello 0,7 per cento. La provincia di Belluno cresce addirittura del 10%, grazie soprattutto agli occhiali. Il Nordest nel suo complesso registra un valore sostanzialmente stabile rispetto al 2022 (+0,2%), mentre a livello nazionale si osserva un incremento pari a +1%. Sempre nei primi nove mesi del 2023 si riscontra una analoga diminuzione del valore delle importazioni regionali (-7,5%); l'avanzo commerciale è comunque diminuito: -7,3%, da 7,2 a 6,7 miliardi di euro. Se lo sguardo indaga poi i mercati che oggi non assorbono la produzione del Friuli Venezia Giulia, i dati elaborati mettono immediatamente in evidenza la frenata ormai nota della Germania, dove le esportazioni sono diminuite del 9,7 per cento. È pesante, molto pesante, ma anche circoscritta a un particolare settore, la diminuzione dell'export verso gli Stati Uniti, calato del 25,5% per l'andamento della cantieristica navale. Tuttavia, sono diversi i Paesi che arretrano: sul mercato francese l'export del Friuli Venezia Giulia cede del 15%, quello austriaco addirittura del 24,5 per cento, così come calano le vendite in Slovenia (-19,7%) e in Polonia, con un 27,9 per cento. A pesare in tutti questi casi è soprattutto l'andamento del settore siderurgico. Notizie non positive arrivano addirittura dal Medio Oriente, più precisamente dal Qatar, dove gli esportatori della regione hanno lasciato su campo un 9,4 per cento. È un Paese che si colloca al settimo posto tra i mercati di sbocco e verso quella meta vanno soprattutto i prodotti della cantieristica navale, oltreché armi e munizioni. È la Svizzera a dare qualche notizia positiva: verso quel mercato, infatti, sembrano essersi dirette molte navi e imbarcazioni, tanto che l'export sul mercato elvetico è cresciuto del 136,8 per cento nei primi nove mesi di quest'anno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

GLI ESPERTI
Guardando al futuro, notizie in positivo arrivano da Federlegno che, dando conto «di un anno complicato», intravvede una inversione di tendenza, almeno parziale, il prossimo anno. «Dal nostro osservatorio ha spiegato ieri il presidente Claudio Feltrin si intravede uno spiraglio di positività, con un 2024 che potrebbe riportare la filiera al segno positivo con un +2%, l'Italia a -0,7% e l'export che torna a crescere del 6,8 per cento. Una boccata d'ossigeno che ha aggiunto il presidente mitiga le difficoltà del 2023 con i mercati tradizionali, a partire dalla Germania e dagli Stati Uniti, in grande difficoltà, cui si aggiungono le zone di guerra e la Cina. Per il macrosistema arredamento si pensa a un +5 per cento complessivo». Non da ultimo, anche il settore cucine punta a recuperare e gli esperti del comparto «si aspettano un recupero del 9,3% sui mercati esteri».
 

Ultimo aggiornamento: 10:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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