Electrolux, torna l'ombra degli esuberi: a rischio 150 posti di lavoro

Lunedì 21 Novembre 2022 di Loris Del Frate
Torna l'ombra degli esuberi all'Electrolux di Porcia

PORCIA - Si era già accesa la spia rossa per gli stabilimenti Electrolux in Italia dopo il coordinamento tenuto l’otto di novembre scorso nel corso del quale era stato comunicato che dei circa 4 mila esuberi dell’intero gruppo mondiale della multinazionale svedese, almeno trecento sarebbero stati in Italia. In un primo momento le indiscrezioni avevano parlato di un taglio generalizzato su tutti e quattro gli stabilimenti tricolore, Porcia, Susegana, Solaro e Forlì. Ora, anche se siamo sempre sulla traccia delle indiscrezioni, pare esserci maggior chiarezza sul fronte esuberi. E per Porcia le cose rischiano di mettersi male.
 

GLI STABILIMENTI
Da quanto si è appreso, infatti, i trecento esuberi sarebbero concentrati solo ed esclusivamente su due stabilimenti Electrolux, quello di Forlì e quello delle lavatrici di Porcia. Un taglio più o meno del 50 per centro sul numero complessivo di esuberi, pari a 150 lavoratori in Friuli e altrettanti in Romagna. Non è ancora tutto. Di questi trecento almeno il 50 per cento sarebbero impiegati e la stessa percentuale interesserebbe la produzione. Gli operai in linea, insomma. L’indiscrezione sulla concentrazione degli esuberi in due soli stabilimenti è legata al fatto che sia a Solaro che a Susegana, nonostante la difficoltà del periodo e il calo dei volumi di vendita, gli investimenti previsti dal gruppo svedese andranno avanti. Si è fermato, invece, quello che era iniziato a Porcia anche se è già arrivato a buon punto. L’Electrolux, però, ha confermato per lo stabilimento pordenonese la sospensione dell’investimento. Almeno per ora.
 

IL VERDETTO
Anche se per adesso si tratta solo di indiscrezioni che in ogni caso hanno comunque un peso specifico consistente, la verità sul piano di recupero della produttività in casa Electrolux sarà messa nero su bianco nell’incontro che si terrà il 28 novembre a Solaro dove si troveranno seduti da una parte del tavolo i vertici del gruppo svedese che fanno riferimento al mercato Italia e dall’altro le organizzazioni sindacali. Due gli argomenti che saranno discussi: il piano di esuberi che interesserà gli stabilimenti italiani che sarà il primo all’ordine del giorno e poi sarà la volta del progetto di investimento che riguarda lo stabilimento lombardo. Anche a fronte dell’ordine del giorno dell’incontro si capisce che ad alto rischio sul fronte esuberi si può escludere Solaro, così come Susegana visto che gli investimenti, come detto, sono stati confermati. A Porcia, dunque, gli esuberi potrebbero essere confermati nel numero di 150. Sarebbe un duro colpo sia per il fatto che si tratta di persone che da un posto a tempo indeterminato si troverebbero all’improvviso senza un lavoro, sia per il fatto che alla fine dell’anno, quando scadranno tutti i contratti a tempo determinato, non saranno stati riconfermati altri 120 - 130 posti di lavoro. Numeri importanti. In più c’è l’indotto.
LA SITUAZIONE
C’è un altro dato che deve far riflettere e che aggrava ulteriormente la situazione di Electrolux Porcia. La maggior parte dei lavoratori dello stabilimento pordenonese, infatti, non ha l’età pensionabile, neppure dopo i due anni di cassa integrazione o altri ammortizzatori sociali. Si tratta, infatti, di persone che hanno davanti a loro ancora diversi anni prima di raggiungere l’età pensionabile. Solo un gruppo esiguo, dunque, avrebbe la possibilità di vedersi riconosciuto il percorso che porta al prepensionamento. Un problema molto serio per chi ha la necessità di essere ricollocato.
IL SINDACATO
«La Fim Cisl - spiega Gianni Piccinin - è molto preoccupata rispetto al fatto che il gruppo Electrolux abbia annunciato che in Italia ci sono circa 300 esuberi.

Sono numeri importanti che di fatto andrebbero ad incidere in maniera forte sul territorio se effettivamente venissero confermate quelle che per ora sono indiscrezioni legate ai numeri di Porcia. Per quanto ci riguarda noi riteniamo che sia necessario pensare già a un piano che preveda da un lato la possibilità di avere uno scivolo per chi è vicino alla pensione, dall’altro pensare a una ricollocazione, anche all’interno della stessa azienda, dopo un periodo di formazione per gli altri. In ogni caso - conclude Piccinin - aspettiamo il 28 novembre per avere il quadro chiaro».

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 23:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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