Energia, la stangata è servita: dall'acciaio ai ristoranti, tutto costa di più anche del 30%

Domenica 10 Ottobre 2021 di M.A.
Un'acciaieria

Le grandi industrie del Friuli Venezia Giulia, in contatto con gli esperti del mercato internazionale, avevano appena visto una luce in fondo al tunnel: l’impennata dei prezzi delle materie prime, causata dalla scarsità globale post-pandemia, aveva raggiunto quello che in epidemiologia abbiamo imparato a chiamare “plateau”, cioè la fase piatta di una curva. Ci si attende ora la discesa, verso il ritorno alla normalità. 
Ma appena la bufera si è placata, ecco il secondo uragano: l’aumento smisurato del costo legato alle forniture di gas ed energia elettrica.

E prima ancora di fare irruzione nelle case dei cittadini, l’effetto si sente già a monte, nei luoghi dove nascono e vengono distribuiti i prodotti che tutti noi troviamo al dettaglio. 


LA DERIVA


I rincari delle forniture energetiche di base sono arrivati. Toccano il 40 per cento e sono già presenti nelle prime bollette arrivate alle aziende del Fvg. E gli effetti sono già visibili lungo la filiera che porta dalla produzione grezza al dettaglio. L’emergenza più viva è quella che riguarda la manifattura che si basa sul laminato e sull’acciaio e i suoi derivati. I potenti forni che costituiscono la base della prima fase della produzione, devono essere costantemente alimentati. E il peso dei rincari legati all’energia è enorme. «Tanto da aver già prodotto un rincaro medio del 20-30 per cento al primo nodo della filiera dei laminati», spiegano gli industriali. I fattori si sommano: le materie prime, sempre care e quasi introvabili, e ora il costo grezzo della produzione. 


IL PROCESSO


In seconda battuta intervengono i cosiddetti trasformatori, cioè le imprese che acquistano il prodotto uscito dai forni e lo lavorano. «E qui interviene un’altra ondata di ricarichi e di aumenti», spiegano sempre gli industriali del settore. Ma non si parla solo di laminati e di filiera del metallo. Si pensi ad esempio al settore del vetro, che in provincia di Pordenone trova il motore dell’intera regione. L’impatto è lo stesso: il prodotto destinato alle imprese è già più caro del 20-30 per cento rispetto solo a qualche giorno fa. «Il problema - riflettono gli esperti - è che all’ultimo gradino della piramide, cioè in corrispondenza del venditore al dettaglio, non sempre è possibile alzare i prezzi. Quindi si finisce inesorabilmente e pericolosamente per erodere il margine». E quindi la vita a breve-medio termine di qualsiasi attività economica. 


IL COMMERCIO


La nuova crisi, quella dell’energia, non risparmia nemmeno il già tartassato mondo dei ristoranti. Un esempio? La bolletta arrivata in un grande e noto ristorante di Pordenone pochi giorni fa: da 4.500 si è passati a 6.700 euro. «E anche il semplice lavaggio di una tovaglia nelle lavanderie specializzate - ha illustrato lo chef Carlo Nappo - è arrivato a costare molto di più». Da quattro a sette euro. Le conseguenze ora diventano logiche: chi usa per lavoro fornelli a gas o grandi piastre elettriche ha già visto “esplodere” le bollette. 

Ultimo aggiornamento: 09:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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