L'esperto sul Natale: «Cenoni solo con parenti selezionati. I no-vax? Non invitati, è meglio per loro»

Domenica 19 Dicembre 2021 di Marco Agrusti
L'infettivologo Massimo Crapis
5

PORDENONE - L’incubo della variante Omicron, con le sue incognite che doppiano le certezze.

Un Natale più libero dello scorso, passato in lockdown. Tante domande, tanti dubbi. Gli allarmi che piovono ogni giorno, i cenoni con amici e parenti alle porte. Un virus che ancora non ci molla, nonostante i pugni in faccia rifilati dal vaccino. Di tutto questo ha parlato l’infettivologo dell’ospedale di Pordenone, Massimo Crapis. E si parte proprio dal periodo delle feste. 


Dottor Crapis, questo sarà un Natale migliore, concorda?
«Sì, lo sarà, però non dobbiamo dimenticare che la nostra regione si è stabilizzata su un livello alto di contagio. Il virus circola molto, si rischia». 


Tanti trascorreranno il periodo in famiglia. Qual è il suo consiglio per allontanare quanto possibile il virus dalle tavolate?
«Primo, limitare i contatti. So benissimo di star chiedendo qualcosa di innaturale, soprattutto in questo periodo dell’anno. Ma è così. Cerchiamo di vedere solamente i parenti stretti, quelli che frequentiamo di solito. Aiuterà a ridurre le probabilità di contagiarsi e a trascorrere un Natale più sicuro». 


Ma gli incontri, gli auguri?
«Gli auguri? Serve ancora grande cautela. Non voglio essere pessimista, ma realista. È meglio se il classico “giro” delle case quest’anno continuiamo a farlo via telefono o su internet. Godiamoci il Natale con i nostri parenti stretti». 


Le cene con gli amici, da dimenticare?
«Più persone si incontrano, più aumenta il rischio di contagio». 


Chi ha la terza dose può sentirsi più sicuro?
«In parte sì, ma una quota degli attuali contagiati è figlia anche del messaggio di libertà dato ai vaccinati. È ormai assodato che anche loro possono diffondere il contagio. Certo, se lo fanno nei confronti di altri vaccinati, le conseguenze sono nettamente più lievi». 


Domanda cardine. Come ci comportiamo con un parente no-vax?
«Sarò duro, ma in quel caso sarebbe meglio non renderlo partecipe della cena o del pranzo. Ma posso spiegare. Non lo si fa per noi, bensì per lui. Una persona non vaccinata che si contagia ha un rischio infinitamente più alto di sviluppare le conseguenze gravi del Covid». 


E di intasare gli ospedali...
«Esattamente. Vi posso garantire che siamo allo stremo, lo stress è molto alto. Se salta la sanità salta tutta la società, comprese economia e libertà. Non ce lo possiamo più permettere». 


La variante Omicron la preoccupa?
«La sto studiando. Ha un tasso di diffusione pazzesco, simile a quello della varicella. E anche se portasse con sé una gravità inferiore a livello clinico, i numeri così alti metterebbero in difficoltà il sistema. I non vaccinati del Friuli Venezia Giulia, ad esempio, rischierebbero di prendersi tutti il virus, e nello stesso momento. Pensate all’impatto sul sistema sanitario». 


Cosa dobbiamo fare, quindi?
«Senza esitare, vaccinarsi con la terza dose. Quella sì che protegge di nuovo nel modo migliore».

Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 11:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci