Ricoveri in aumento e cento operatori sospesi: ospedali sotto pressione

Giovedì 18 Novembre 2021 di Davide Lisetto
La carenza di infermieri, accanto ad alcuni casi di contagio tra gli operatori, mette in forte affanno

Il ritmo dei ricoveri quotidiani ormai in regione è di oltre una decina di pazienti.

E il bollettino di ieri - ha segnato un rialzo dei contagi a 651 nuovi casi con 25 pazienti in Intensiva e 178 nelle aree mediche, oltre a sei decessi - lo conferma. Mancano ormai solo una quindicina di ricoveri per oltrepassare la soglia del 15% nelle Mediche che, con lo sforamento delle terapie intensive avvenuto già da tempo e il tasso di incidenza, porterà la regione in giallo probabilmente già da lunedì. Intanto gli ospedali sono in sofferenza: a Pordenone-San Vito-Spilimbergo mancano oltre cento operatori sanitari, tra sospesi no-green pass e operatori contagiati. Complessivamente in regione mancano negli organici circa 500 addetti. Mentre nel Friuli occidentale è iniziata appena ieri, con un certo ritardo rispetto alle aree dell’udinese e giuliano-isontina, la somministrazione della terza dose nelle case di riposo. Un ritardo che diversi direttori delle strutture per anziani non si spiegano.


REPARTI IN SOFFERENZA
L’aumento dei ricoveri costringe anche la direzione dell’Asfo a un ampliamento ulteriore dei posti letto Covid. Da un paio di giorni al reparto della Pneumologia (28 posti, tra cui 5 di semi-intensiva) e alla Rsa di Maniago (altri 24 posti per chi ancora positivo viene dimesso dall’ospedale) si sono aggiunti i dieci posti letto della Chirurgia della mano che stanno ospitando pazienti Covid. A ieri già sette erano occupati. Una situazione dunque che potrebbe ancora evolvere nei prossimi giorni visto il ritmo dei ricoveri. La terapia intensiva del Santa Maria degli Angeli rimane invece ancora Covid-free: i pazienti gravi continuano a essere trasferiti a Udine e Trieste. Ma il problema è quello del personale. Alla carenza di organico che era già molto pesante si sommano oltre cento operatori sanitari in meno (tra medici, infermieri, Oss e tecnici) che rendono molto difficile affrontare la nuova emergenza. Assenze che sono dovute in parte alle sospensione degli operatori no-vax e no-green pass e in parte ai contagi che sono ripartiti tra gli stessi addetti sanitari.


TERZE DOSI
Ieri è partita, anche se a rilento, la somministrazione delle terze dosi nelle case di riposo. La prima struttura a ricevere le fiali booster è stata quella di San Vito al Tagliamento: i medici di medicina generale degli ospiti hanno iniziato le somministrazioni con le fiale di Moderna. Nei prossimi giorni si proseguirà con Pfizer con il supporto degli infermieri interni previo veloce corso sulla diluizione delle dosi. Ancora al palo il via invece in diversi altri centri per anziani, tra cui la Umberto I e Casa Serena di Torre. Ormai da una decina di giorni le residenze per anziani di Pordenone stanno chiedendo che si dia un’accelerazione alla nuova campagna per le terze dosi. Nelle case di riposo del territorio udinese la vaccinazione infatti è già molto avanti. Così come è stata avviata anche nelle strutture per anziani dell’area giuliano-isontina. 


CASI DI POSITIVITÀ
Fortunatamente questa quarta ondata nelle case di riposo sta avendo un impatto decisamente attenuato, con un crollo dei decessi e dei malati gravi, rispetto alle ondate precedenti. Ma i casi di positività si continuano a registrare sia tra anziani ospiti che tra gli operatori. E anche ieri in Fvg ci sono stati 29 casi in quattro case di riposo. Una sola nel Friuli occidentale, quella di Aviano. «Un solo ospite - ha confermato l’assessore avianese Danilo Signore - per il quale stiamo attendendo l’esito del tampone molecolare dopo il rapido. È isolato, sono scattati i protocolli e le visite sono state sospese per sicurezza».

Ultimo aggiornamento: 07:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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