Coronavirus, l'assessore alla Salute Riccardi: «La nostra curva è preoccupante, temiamo per la salute e l'economia»

Domenica 3 Gennaio 2021 di Marco Agrusti
Il vicepresidente del Fvg, Riccardo Riccardi

PORDENONE E UDINE - Nella stanza dei bottoni della Regione, quel luogo non fisico ma ideale da cui da febbraio scaturiscono le decisioni che man mano modificano la vita dei cittadini, c’è preoccupazione.7
Il presidente Fedriga lavora a stretto contatto con Roma per capire quale sarà il destino del Paese dopo il 7 gennaio, quando scadrà il decreto Natale; il vicepresidente Riccardi invece ha in mano due documenti: l’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, che segnala un lieve aumento dell’indice Rt (quello settimanale è a 0,98, appena sotto quota uno), e i dati giornalieri. E non è un bel leggere, dal momento che l’incidenza del contagio sui tamponi sta aumentando dopo giorno. 
Che idea si è fatto della situazione che sta vivendo il Friuli Venezia Giulia?
«L’andamento è alto, la curva cresce. Ora dobbiamo riflettere rispetto al punto di equilibrio della pandemia, situato tra la salute e l’economia». 
Che armi abbiamo a disposizione in questo preciso momento?
«Solo il rispetto delle regole. Dispiace leggere di festini in baita con più persone rispetto al numero consentito. Fa riflettere».
Le Regioni hanno chiesto all’Istituto superiore di sanità di modificare i parametri che portano poi alla definizione dei “colori”. Cosa ne pensa?
«È giusto, sono d’accordo. Servono dei parametri più semplici, ma soprattutto c’è la necessità di avere a disposizione un sistema di controllo che ci dica qualcosa di più sulla situazione attuale, non su quella del recente passato. Oggi noi dobbiamo decidere (o accettare decisioni, dal momento che le ordinanze nazionali le emette il ministero della Salute, ndr) basate su dati che ormai sono vecchi. E abbiamo capito come in questa pandemia le cose possano cambiare di giorno in giorno». 
Restando sul tema dei “colori”, il 7 gennaio il Friuli Venezia Giulia allo stato attuale potrebbe trovarsi in zona gialla. È plausibile?
«Attendiamo il prossimo monitoraggio (dovrebbe arrivare per l’Epifania, ndr) ma anche se fosse zona gialla, ci sarebbe sempre l’ordinanza regionale più restrittiva». Il riferimento è al provvedimento del presidente Fedriga che vieta ad esempio di consumare bevande al bancone del bar (e non seduti al tavolino) a partire dalle 11 del mattino e che allo stesso tempo raccomanda una serie di misure prudenziali a tutta la popolazione. 
Zona gialla o arancione, il momento resta difficile...
«Non è semplice, questo è certo. A preoccuparci di più è la situazione degli ospedali». 
La pandemia però non intacca solo la resilienza del sistema sanitario, ma rischia di compromettere un’economia già fragile. 
«Il tema economico è più che mai centrale. E il timore, nemmeno così nascosto, è che il sistema salti. Per questo è necessario continuare a contemperare le tutela della salute e quella delle tante realtà produttive della regione». 
Capitolo vaccinazioni. Il Friuli Venezia Giulia ha uno dei dati migliori in Italia quanto a iniezioni effettuate in relazione alle dosi ricevute. 
«Sono numeri alti che ci fanno ben sperare. E oggi (ieri, ndr) si riparte. Sarà fondamentale anche il sistema di controllo dei dati». 
Si riuscirà ad aumentare il ritmo per mettere il turbo alla campagna vaccinale e accelerare la copertura del sistema sanitario?
La nostra potenzialità arriverà presto a raggiungere la possibilità di effettuare dodicimila vaccinazioni a settimana.

Il primo giorno dell’anno abbiamo pensato di dare un po’ di respiro ai vaccinatori, persone già provate dalla lotta alla pandemia da molti mesi». 

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