Coronavirus, il grande flop dei Covid-hotel a Pordenone. Gli ospedali sono pieni e gli alberghi per gli isolati vuoti da più di un mese

mercoledì 30 dicembre 2020 di Marco Agrusti
Il Best Western di Pordenone, primo albergo sanitario in provincia
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PORDENONE - Senza mezzi termini, al momento l’operazione è un flop.

E doveva servire proprio ad evitare uno dei rischi più concreti determinati dalla pandemia, cioè la possibilità (altissima) che la diffusione del contagio avvenga in casa, dove tra l’altro la maggior parte della popolazione è costretta a rimanere a causa delle misure restrittive. L’accoppiata formata da Covid hotel e alberghi per le quarantena era stata posta come architrave della prevenzione e del distanziamento, ma in provincia di Pordenone il sistema non è praticamente mai entrato in funzione. I numeri sono estremamente bassi e la macchina è quasi ferma. All’origine dell’intoppo c’è una connessione mai decollata tra l’Azienda sanitaria (e in particolare il Dipartimento di prevenzione) e la struttura dell’accoglienza. 


I NUMERI
Il Best Western di Pordenone, in via Mazzini, è diventato un albergo sanitario dal 25 novembre. Dopo aver vinto il bando della Protezione civile, ha trasformato venti stanze in aree per gli isolamenti. Dovevano essere riempite da cittadini in quarantena anche se negativi al tampone. Ma da allora hanno varcato la soglia di quello che era (e si spera sarà di nuovo) un hotel business di Pordenone solamente due persone. Non una di più. Il secondo cittadino in isolamento è entrato ieri; il primo a metà dicembre. Stop. Ancora più emblematica la situazione che si vive all’interno del Covid hotel vero e proprio, che si trova a Prata e il cui nome non è divulgato dall’Azienda sanitaria per ragioni di privacy. La struttura, che dovrebbe invece accogliere pazienti positivi da isolare senza la necessità di assistenza sanitaria continua, è rimasto praticamente sempre vuoto. Un paziente, secondo quanto filtra dall’Azienda sanitaria relativamente al periodo culminato con le festività natalizie. Abbastanza per far filtrare anche una dichiarazione anonima: «Un fallimento». Anche economico, almeno per quanto riguarda l’albergo sanitario. La Protezione civile, infatti, continua a pagare 15 euro al giorno per ogni camera vuota ma comunque dedicata all’isolamento in sicurezza. E il contratto proseguirà almeno per alcuni altri mesi a inizio 2021. 
LE RAGIONI
L’asticella da superare per entrare a far parte del novero di cittadini candidati per una stanza nei Covid hotel, a Pordenone evidentemente è troppo alta. Sta di fatto che i nominativi forniti dall’Azienda sanitaria si possono contare sulle dita di una mano. Le persone in isolamento domiciliare però sono migliaia, e tra loro sono molte quelle che invece necessiterebbero di un luogo sicuro per la quarantena. Ritmi di lavoro già elevati sul fronte della prevenzione e ritardi organizzativi hanno fatto il resto, mantenendo al palo i Covid hotel voluti dal ministero della Salute. A Udine la situazione è diversa e l’affluenza è migliore. 
IL NODO
Intanto gli ospedali continuano ad essere pieni di pazienti Covid e anche nelle ultime 24 ore si è assistito a un aumento dei ricoveri, sia in Terapia intensiva, dova sono ospitate 60 persone a fronte delle 56 di lunedì, ma soprattutto in Area Medica, dove si è tornati al livello del picco di inizio dicembre: ieri il livello dei letti occupati è aumentato di altre dieci unità, giungendo a quota 655. La quota del 50 per cento, rispetto alla disponibilità totale di spazi in regione, è stata abbondantemente superata. E ora la preoccupazione è arrivata anche a Trieste. «Sono in corso analisi sul fenomeno», ha spiegato il vicepresidente Riccardi. 

Ultimo aggiornamento: 11:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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