Bar e ristoranti scelgono il "modello Alto Adige": in autunno arrivano riscaldatori e coperte

Lunedì 31 Agosto 2020 di Redazione
Un dehors in centro a Pordenone
PORDENONE - Il sentimento che domina è il timore. Il ricordo ancora fresco del lockdown, piovuto sulla testa di baristi e ristoratori in appena qualche ora, non è facile da cancellare. E anche se la situazione epidemiologica può essere definita come sotto controllo, in città serpeggiano i dubbi relativi alla gestione del periodo autunnale, con le temperature in calo e la possibilità sempre più scarsa di utilizzare gli spazi esterni per sistemare la clientela. Ecco perché molti baristi e ristoratori di Pordenone stanno pensando a un cambiamento radicale delle proprie abitudini. Il modello è quello dell’Alto Adige, dove già da anni si riescono a utilizzare gli spazi esterni anche d’inverno, grazie ad alcuni accorgimenti che potrebbero diventare utili e di moda anche in città. 

L’IDEA
Alla piccola “rivoluzione” del modo di vivere gli spazi del capoluogo ci sta pensando anche la sezione dell’Ascom che rappresenta e tutela i baristi e i ristoratori. Ne parla ad esempio Fabio Cadamuro, titolare di un locale e leader della branca dedicata dell’associazione di categoria. «La nostra paura più grande - ha spiegato - è quella della situazione che potrebbe delinearsi tra fine settembre e i primi giorni di ottobre, cioè all’inizio del periodo autunnale. La gestione degli spazi esterni diventerà più complicata e con l’apertura delle scuole dovremo anche monitorare lo stato dell’epidemia». Il problema è doppio: all’aperto farà più freddo e non si potranno costringere i clienti alla frequentazione dei tavolini scoperti; al chiuso, invece, gli spazi sono già stati rivoluzionati (al ribasso) dalle linee guida per la ripartenza post-lockdown e all’orizzonte non sono previsti allentamenti riguardo alle norme anti-contagio. E allora la soluzione potrebbe arrivare dal modello altoatesino: all’esterno, infatti, sono pronti a spuntare riscaldatori e coperte, in modo tale da consentire alla clientela di sfruttare i tavolini anche in concomitanza con l’abbassamento delle temperature. 

CORSA CONTRO IL TEMPO
«Dobbiamo prendere spunto dalle realtà virtuose - spiega ancora Cadamuro - e immaginare soluzioni che prima non venivano prese in considerazione. Sicuramente i riscaldatori e le coperte da fornire ai clienti rappresenterebbero un buon compromesso. Gli spazi che abbiamo all’interno dei locali non possono essere ampliati. Già alla fine del lockdown abbiamo dovuto ridurre la capienza di circa un terzo e sarebbe impensabile lavorare solo con i tavolini al chiuso. Rischieremmo la chiusura. Ecco perché la nostra principale paura riguarda la stagione autunnale e in seguito quella invernale».

LA RICHIESTA
C’è poi il tema - altrettanto delicato - legato alle dimensioni dei dehors esterni. «Su questo fronte - ha confermato sempre Cadamuro - chiederemo certamente all’amministrazione comunale di prorogare l’esenzione dalla Cosap (la tassa per l’occupazione del suolo pubblico, ndr)anche oltre il 30 novembre. Sarebbe utile ottenere il risultato sino al 31 dicembre, ma probabilmente anche per il mese di gennaio». Bisognerà però fare i conti con lo stato di salute delle casse pubbliche, che per usare un eufemismo non traboccano di banconote. Dal canto suo, il sindaco Alessandro Ciriani ha garantito che farà il possibile per estendere il beneficio concesso dopo il lockdown anche ai mesi che mancano alla fine dell’anno. Sarebbe una importante boccata di ossigeno per un comparto di nuovo alle prese con timori e dubbi. 
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