Scappa all’estero con i figli prima di Natale. Il disperato appello del padre al ministero per ottenere il rimpatrio

I due bambini sono scomparsi lo scorso dicembre, poco prima di Natale. Su di loro insiste il divieto di espatrio

Martedì 19 Marzo 2024 di Chiara Muzzin
Municipio di San Vito al Tagliamento

SAN VITO - Si è appellato al ministero della Giustizia il papà dei due bambini spariti con la madre lo scorso dicembre, nel tentativo di avviare la procedura per il loro rimpatrio. L'uomo avrebbe dovuto incontrare i figli pochi giorni prima di Natale, con il controllo di un operatore dei servizi sociali. Non è stato possibile né il 20 dicembre né nelle settimane successive, perché nell'appartamento messo a disposizione dai servizi stessi nel territorio sanvitese, dove i bambini abitavano con la madre (dalla quale sono collocati), non c'è più nessuno. Da più di tre mesi i piccoli non frequentano le scuole dell'obbligo. Nonostante il divieto di espatrio che insiste su di loro, si troverebbero ora con la madre in Romania.

La lettera da Roma

Nei giorni scorsi, da Roma è arrivata la risposta alla domanda di ritorno proposta dal padre ai sensi della Convenzione dell'Aja del 1980. «Si osserva che i suoi figli - si legge nella lettera indirizzata all'uomo dal Ministero - sono stati affidati provvisoriamente al Servizio sociale del comune di San Vito al Tagliamento in virtù del provvedimento pronunciato dal Tribunale per i minorenni di Trieste, il quale ha individuato anche il luogo ove collocare i minori». Nel documento viene spiegato che «la trattazione della procedura di rimpatrio potrebbe essere rifiutata dall'autorità centrale romena» in applicazione delle disposizioni dettate da alcuni articoli della Convenzione da cui «emerge che il rientro coattivo può essere utilmente invocato dai titolari di diritti di custodia sui minori sottratti che li abbiano effettivamente esercitati nell'imminenza del loro trasferimento o trattenimento all'estero». L'autorità centrale minorile ha invitato l'uomo a «valutare la possibilità - viene dichiarato nella conclusione della lettera - di far presentare la richiesta di rientro in Italia dei suoi figli al Servizio sociale affidatario».

Il tutto «ferma restando la disponibilità di questo Ufficio a trasmettere l'istanza di ritorno così formulata all'omologo Ufficio di Bucarest non appena perverrà la traduzione in lingua romena dei documenti allegati».

Cosa ha risposto il tribunale

Il Servizio sociale dei comuni dell'Ambito territoriale Tagliamento, in una lettera inviata al Ministero in riferimento alla domanda di ritorno proposta dal padre, precisa che il Tribunale per i minorenni di Trieste «ha stabilito l'affidamento dei minori al sostegno e controllo del servizio sociale del comune competente rispetto alla loro residenza ed ha disposto il loro collocamento presso la madre in idoneo alloggio individuato dal servizio. Non ha attribuito al servizio poteri di rappresentanza legale dei minori». «Pertanto, ribadita la disponibilità a collaborare con le autorità per il rientro dei minori in Italia - è la conclusione - e l'obbligo dello stesso ad ottemperare alle decisioni che l'autorità giudiziaria minorile o ordinaria dovesse disporre, lo scrivente servizio evidenzia di non avere la titolarità a presentare la richiesta di rientro in Italia dei minori stessi».

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La disperazione del padre 

Si tratta, quindi, di una situazione particolarmente complessa. E intanto cresce la disperazione del padre, che non ha più notizie dei bambini da tempo. In più «non ha soldi per poter incaricare un legale in Romani e si chiede angosciato cosa può fare per rivedere i suoi figli in Italia». È il quadro riportato da Roberta Sibaud, vice presidente dell'associazione Donne per la sicurezza di Fiumicino e Aurelia Passaseo, presidente dell'associazione Ciatdm di Pordenone. I due sodalizi hanno a cuore la vicenda e sono costantemente in contatto con l'uomo.

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