Azzano Decimo, il titolare del magazzino a fuoco: «Anni di lavoro andati in fumo in pochi minuti»

Lunedì 18 Dicembre 2023 di Giulia Soligon
Azzano Decimo, il titolare del magazzino a fuoco: «Anni di lavoro andati in fumo in pochi minuti»

AZZANO DECIMO - Non è stato un brutto sogno.

Alla luce del giorno fa sempre un altro effetto. In due giorni Riky Gobbo si è visto scorrere davanti agli occhi il veloce declino del magazzino di 10mila metri quadrati, che aveva preso in locazione nel 2021 dalla Poma Snc di Giovanni Polesello, proprietaria dell'immobile. Ora quel deposito è un cumolo di macerie bruciate, illuminate dai raggi del sole che filtrano attraverso le vetrate dei finestroni esplose per il calore. Prima le fiamme, che hanno raggiunto altezze di decine di metri, poi il via vai incessante dei Vigili del fuoco, come se quel rogo non ne volesse sapere di piegarsi all'azione dei pompieri. In tre anni l'aveva riempito di mobili e altri prodotti in legno, stoccati lì pronti per essere venduti. In attesa di arredare il salotto di qualche casa. Quella speranza, dal valore di diversi milioni di euro, non c'è più. È andata in fumo. La telefonata nel primo pomeriggio di sabato, Riky, uno dei cinque fratelli che hanno fatto diventare grande il nome dell'azienda di famiglia grazie all'e-commerce, non avrebbe mai voluto riceverla, e adesso non si dà pace. «Non ho chiuso occhio tutta notte» sono le poche parole che riesce a pronunciare. «Ero qui ieri appena successo, sono tornato alla sera, poi di notte, questa mattina e adesso sono di nuovo qui». Ad accompagnarlo poco prima di mezzogiorno anche i suoi bimbi. «Li ho portati con me, perché mi chiedevano. E volevano vedere i pompieri».


IL SOPRALLUOGO
Lo sguardo basso di Gobbo racconta tutto il vuoto provato davanti a quell'immenso stabile incenerito dalla furia del fuoco, utilizzato come deposito, frutto del lavoro e della fatica di tanti dipendenti, e della passione di credere in un progetto, portato avanti con la famiglia. Riky resta distante dallo stabile, come se non fosse ancora pronto a guardare cosa è rimasto dentro. O forse perché l'ha visto già miliardi di volte, che una in più non cambierebbe certo la dura realtà. Si abbassa, abbraccia uno dei figli e indicandogli quella figura che si muove in lontananza gli chiede: «Quello chi è?» Un esile vocina squarcia il silenzio: «Il pompiere». Il resto è un abbraccio, quasi a voler addolcire il dramma di aver perso tre anni di sacrifici in una giornata sola. A dimostrare il proprio supporto e portare un poco di conforto è anche un dipendente della Mobili Fiver, che si unisce al titolare nel sopralluogo.


NELLA PANCIA DEL ROGO
A mezzogiorno comincia a sollevarsi un po' d'aria e costeggiando la struttura si viene investiti dal cattivo odore di bruciato. È sufficiente affacciarsi a uno dei tanti finestroni dello stabile per vedere cosa ne è rimasto. I vetri esplosi hanno aperto la scena su quella che sabato pomeriggio era solo una grande bocca di fuoco, un'enorme fornace a cielo aperto. Ecco allora che nella pancia del rogo sopravvivono costole di legno e poco altro materiale, che, divorato dalle fiamme, si è accartocciato su se stesso. Qua e là ancora qualche sbuffo di fumo, dai focolai che non si sono ancora arresi ai gettiti d'acqua dei pompieri, continuati per tutta la notte e con l'ausilio di diversi mezzi in azione. Ci penseranno le ultime operazioni a spegnerli completamente. Dentro, il magazzino è un cimitero di lamiere, con il tetto collassato, come se fosse imploso. Fuori è impossibile non notare nove muletti imballati parcheggiati nel cortile che costeggia l'edificio. Al momento non si conosce se siano "sopravvissuti" alla devastazione o se stazionassero lì prima ancora prima dell'incendio.

 

Ultimo aggiornamento: 15:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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